Armi (corte) full auto tra le strade di Londra

Nella capitale più disarmata d’Europa girano armi corte illegali convertite in full auto: una indagine della National crime agency britannica ha svelato parte dei meccanismi di rifornimento, svelando che…

La National crime agency britannica, che persegue i reati più gravi e il crimine organizzato, ha condotto una importante operazione di intelligence (definita “operazione Venetic”) decodificando una serie di messaggi criptati utilizzati dalla criminalità, riuscendo a ricostruire alcune delle “rotte” di rifornimento delle armi da fuoco illegali che circolano nella capitale del Regno unito.

È risultato che a rifornire Londra è, prevalentemente, la criminalità organizzata che ha base a Liverpool, elemento peraltro confermato dal fatto che il 70 per cento delle armi sequestrate a Londra, per le quali sia stato possibile ricostruire il percorso, riconducevano al Nord-Ovest dell’Inghilterra.

È interessante, in particolare, notare quali siano le armi maggiormente “spacciate” dalla criminalità organizzata a Londra: si tratterebbe in massima parte di armi corte (quelle, per l’appunto, che in Gran Bretagna sono proibite in modo assoluto) semiautomatiche, convertite artigianalmente in modo da sparare a raffica. Secondo gli inquirenti le armi corte sarebbero approvvigionate nei Paesi dell’Est Europa e poi trasformate a raffica utilizzando componenti importate dalla Cina. L’affare sembra essere piuttosto lucroso, considerando che secondo gli inquirenti il prezzo medio d’acquisto da parte delle organizzazioni criminali è di 135 sterline per arma, mentre il prezzo di vendita di un’arma corta semiautomatica “automatizzata” si aggirerebbe intorno alle 5 mila sterline. Tra le armi in questo momento più popolari ci sarebbero le Cz Skorpion e le Grand power.

L’analisi degli inquirenti si è soffermata anche sui motivi per i quali a Liverpool si sarebbe sviluppata una così potente criminalità organizzata, capace di assumere un importante controllo non soltanto sul mercato delle armi illegali ma anche su quello degli stupefacenti. I dati evidenziano in particolare una correlazione diretta tra lo sviluppo della criminalità organizzata nella città inglese, l’estensione della disoccupazione endemica nella città, l’ampiezza delle aree svantaggiate e la percentuale di bambini che vivono al di sotto della soglia di povertà, pari a un terzo del totale.

Il bilancio dell’operazione Venetic consente di osservare come il divieto di possesso legale di armi corte e la conseguente indisponibilità di armi eventualmente frutto di furto nelle case dei legali detentori non comprometta apparentemente in alcun modo la disponibilità delle medesime da parte delle organizzazioni criminali. Si evidenzia, piuttosto, che per quanto riguarda lo sviluppo della criminalità comune e organizzata, più che la presenza di normative proibizioniste in materia di armi (persino sul possesso e sul porto dei coltelli, che sono la prima causa di omicidio in Gran Bretagna per quasi il 50 per cento dei casi) a fungere da “motore” per l’illegalità sono la povertà diffusa, l’assenza di un sistema sociale efficiente, l’assenza di un tessuto occupazionale credibile e l’assenza di un sistema scolastico capace di fornire perlomeno una parvenza di parità di opportunità tra i ceti popolari e le élite dei quartieri alti.