Armi anti-pirati, lo stato della tecnica

Mentre i mercantili italiani sono in attesa di disposizioni legislative che consentano agli equipaggi che viaggiano in acque infestate dai pirati (Somalia in testa) di essere protetti da guardie armate, lo stato della tecnica in materia di armi non letali (o “quasi” letali…) per il contrasto alla pirateria sta facendo passi da gigante

Mentre i mercantili italiani sono in attesa di disposizioni legislative che consentano agli equipaggi che viaggiano in acque infestate dai pirati (Somalia in testa) di essere protetti da guardie armate, lo stato della tecnica in materia di armi non letali (o “quasi” letali…) per il contrasto alla pirateria sta facendo passi da gigante. Tra gli esempi più curiosi e moderni, idranti con flusso d’acqua di 5 tonnellate al minuto, veri e propri “cannoni ad acqua” in grado di affondare un barchino pirata. L’acqua con cui sono caricati, inoltre, può essere riscaldata a 80 gradi con gli scambiatori degli scarichi dell’apparato motore.
Sono state progettate anche reti galleggianti in grado di bloccare le eliche delle imbarcazioni: sono le “Counter piracy net”, che vengono trascinate lungo le fiancate e a poppa della nave oppure lanciate da congegni automatici a una ventina di metri dalla nave. Ancora, lungo le fiancate della nave possono essere innalzate barriere antiabbordaggio costituite da rotoli di filo spinato che impediscono ai pirati di lanciare i rampini e le scalette. Le barriere possono anche essere elettrificate. Di notte, poi, ci sono anche i laser abbaglianti a luce verde, o cannoni sonori capaci di sviluppare fino a 152 decibel.
Sono stati sviluppati anche sistemi e strutture per proteggere l’equipaggio “passivamente”: all’interno della nave sono ricavate cellule blindate nelle quali l’equipaggio può nascondersi se attaccato e da cui continuare a governare la nave. I corridoi d’accesso sono protetti da gas lacrimogeni che impediscano l’accesso a chiunque non sia dotato di maschera antigas.
Un’azienda italiana del gruppo Finmeccanica ha brevettato “Pompeius”, un sistema di sorveglianza elettro-ottico ad alto fattore di ingrandimento (che include sensori Tv e telecamere a infrarosso) che riesce a rilevare a grande distanza imbarcazioni in avvicinamento e far scattare l’allerta. Un altro dispositivo è, invece, capace di creare intorno alla nave una specie di “bolla” elettromagnetica che agisce e blocca tutti i dispositivi elettronici.