Accensione elettrica: perché no?

L’innesco elettrico è un’invenzione ormai antica per le armi da fuoco. Perché non ha mai “sfondato” sul mercato civile? L'idea di attivare l'innesco di una cartuccia tramite corrente elettrica anziché tramite percussione risale almeno alla seconda guerra mondiale (quantomeno nelle sue applicazioni pratiche): gli aerei militari tedeschi utilizzavano munizioni con innesco elettrico per i calibri dal 13 mm in su, perché in tal modo si otteneva (per esempio) una migliore sincronizzazione delle armi in caccia sul muso, che sparavano attraverso il disco dell'elica. Questo sistema, tuttavia, non ha mai "sfondato" sulle armi di piccolo calibro destinate all'impiego terrestre, principalmente perché per il funzionamento è necessaria una fonte di energia elettrica, che può esaurirsi o guastarsi a causa di urti, contatto con acqua e altro.
Le uniche aziende a tentare la strada dell'accensione elettrica sul mercato civile sono state Remington e Voere: la prima, tra il 2000 e il 2003 ha proposto la carabina modello 700 nella versione EtronX, con accensione elettrica dell'innesco. L'arma fu prodotta in .220 Swift, .22-250 e .243 Winchester, ovviamente l'azienda produsse anche le speciali cartucce (oggi autentici pezzi da collezione). Il vantaggio consisteva nella possibilità di azzerare virtualmente il tempo di accensione e di disporre di uno scatto leggerissimo e senza collasso di retroscatto, visto che non doveva azionare alcun dispositivo meccanico a molla. I pregi non furono evidentemente ritenuti così significativi dal mercato. Il sistema EtronX prevedeva anche la possibilità di ricaricare i bossoli, con la commercializzazione degli speciali inneschi.
Analoga soluzione fu proposta dalla Voere con la carabina bolt-action camerata per la rivoluzionaria cartuccia (sopra) senza bossolo Ucc (ancora disponibile su richiesta), mentre per le carabine sniper convenzionali, l'azienda austriaca ha studiato addirittura un otturatore (sotto) che al posto del percussore ha un proiettore laser. Anche in questo caso, però, è necessario disporre di uno speciale innesco (in questo caso, con fibra ottica).
Rispetto a questi sistemi, più fortuna hanno quantomeno in ambito agonistico gli scatti elettronici per le pistole da tiro: in tal caso l'accensione della cartuccia è sempre meccanica (quindi si usano munizioni standard), ma l'attivazione del cane o del percussore avviene mediante un solenoide. Anche in questo caso, il vantaggio è poter disporre di uno scatto regolabile fino a un minimo di pochissimi grammi, senza "disturbi" meccanici conseguenti all'attrito e alle molle. Il sistema è utilizzato sia sulle armi monocolpo ad aria compressa per la specialità P10, sia sulle pistole libere calibro .22 sia anche sulle semiautomatiche per la specialità di pistola standard e/o grosso calibro.