A colpi di trauma

Interessante Sapl “convertibile” che può utilizzare una singola cartuccia 12x50 oppure sei colpi 8,8x10 mm. Rispetto alle armi Co2 che sparano palle in gomma, l’energia cinetica di queste cartucce è decisamente superiore.

 

C’è l’arma da fuoco. Che spara proiettili in piombo potenzialmente letali. E poi c’è l’arma da fuoco che spara… altro, cioè nello specifico proiettili in gomma per impiego non letale di autodifesa. Un po’ come le armi a Co2 della serie T4E di Umarex (il revolver Hdr 50 ha avuto un grande successo in Italia), ma utilizzando vere cartucce con accensione pirica e non aria o gas compressi. Un universo multiforme che viene generalmente accomunato dal termine “traumatic” per indicare un tipo di arma che ha molto in comune con le normali pistole ma, in alcuni Paesi, gode di una legislazione meno rigorosa per quanto riguarda i permessi necessari per l’acquisto, che normalmente prevedono la sola maggiore età ed eventualmente l’obbligo successivo di denuncia. In Italia questo tipo di strumenti ha il medesimo inquadramento giuridico delle armi vere e proprie (con tutte le conseguenze del caso per chi ritenga di essere così furbo da acquistarle on-line da Paesi in cui hanno meno restrizioni), ma non è detto che le cose in futuro non possano cambiare e, a tal proposito, è forse opportuno quantomeno imparare a conoscerle.

Le Sapl francesi
Tra le più vicine geograficamente a noi ci sono le armi francesi (ma libere per esempio anche in Portogallo) in calibro 12×50 Sapl: è a tutti gli effetti un “mini-calibro 12” caricato con una palla in gomma singola o alcuni pallettoni (fino a 12). Le pistole destinate a sparare queste cartucce sono di concezione originale e utilizzano materiali come la zama, l’alluminio o addirittura il polimero, in modo da evitare che sia possibile modificarle per sparare cartucce caricate con palle in piombo. Le pistole in questo calibro normalmente hanno un funzionamento abbastanza elementare a canna basculante e cane esterno, esistono sia a un colpo, sia a due colpi. Per dare una idea delle prestazioni, il caricamento prodotto dalla italiana Eurocomm spara una palla sferica di 4,3 grammi a 216 metri al secondo, che si traducono in una energia alla bocca di circa 100 joule. Altri caricamenti, specialmente a pallettoni, possono arrivare intorno ai 35 joule. Sempre per fare un paragone, l’Umarex Hdr 50 calibro .50 a Co2 attualmente di libera vendita in Italia arriva a soli (circa) 6 joule di energia. Il principale svantaggio di questo calibro è il notevole ingombro, che limita la capacità di fuoco a uno o massimo due colpi. 

Le scacciacani
Anche le comuni scacciacani commercializzate in molti Paesi europei (in primis la Germania), che consentono lo sfogo dei gas di sparo dalla volata (cosiddette “front firing”), possono essere utilizzate come strumenti di autodifesa non letale, sia sparando speciali cartucce caricate con polvere di peperoncino (urticante), sia avvitando uno speciale tromboncino sulla volata, dentro il quale è possibile inserire una sfera in gomma sempre del diametro di circa 18 millimetri. Sparando la cartuccia a salve, la palla viene sparata. Ovviamente anche in questo caso il limite è che l’arma risulta a colpo singolo, anche se ovviamente disponendo di un certo numero di palle in gomma nella propria tasca è possibile ripetere il colpo abbastanza rapidamente (il caricamento della cartuccia propulsiva avviene in modo semiautomatico dal caricatore della scacciacani).

La scelta russa
La normativa russa è forse la più estrema nella materia, nel senso che consente l’acquisto di pistole realizzate in acciaio come quelle vere, ma dotate di canna liscia e predisposte per l’impiego di speciali cartucce con palla in gomma, concettualmente simili a un 9×19 mm parabellum ma non intercambiabili. Molte armi di surplus militare, come le pistole semiautomatiche Makarov, Tokarev Tt33 e persino i vecchi revolver Nagant, sono commercializzati in Russia modificati per queste cartucce. I calibri per pistola semiautomatica più diffusi sono il 10x22T (dove la “T” sta per “traumatic”), caricato con una palla sferica di 10 mm e compatibile con le armi della classe di calibri del 9×19 mm, e 10x32T, compatibile con la classe di calibri del 7,62 Tokarev e caricata con due palle di 10 mm sovrapposte. Anche in questo caso l’energia complessiva supera agevolmente gli 80 joule. Altro interessante progetto russo, che risale peraltro agli anni Novanta, è quello della pistola non letale Osa (“vespa”, wasp.eu), camerata per una specifica cartuccia 18,5×55 mm, con quattro camere per altrettante cartucce: oltre al caricamento “traumatico” con palla in gomma sono disponibili caricamenti al peperoncino, flash bang con effetto stordente e persino con fuochi pirotecnici.

Pregi e criticità
Il grande pregio di queste armi è quello di utilizzare munizionamento che nasce per essere non letale. A questo aspetto potrebbe conseguentemente essere associata una normativa più favorevole da parte della legge (come per esempio libera vendita ai maggiorenni incensurati, obbligo di denuncia, divieto di porto) rispetto alle armi da fuoco, consentendo una difesa abitativa di una certa efficacia. Risulta abbastanza evidente, come peraltro abbiamo sempre ricordato, che tali strumenti possono costituire una soluzione difensiva nei confronti di un intruso che sia armato di coltello o di oggetti contundenti, non possono ovviamente costituire una difesa efficace nei confronti del malintenzionato che fosse equipaggiato con una vera arma da fuoco letale.