Olimpiade senza tricolore? Il Coni rischia la sospensione

Domani il Comitato olimpico potrebbe sospendere l’Italia dalla partecipazione ai giochi olimpici di Tokio: atleti costretti a partecipare a titolo individuale, come la Bielorussia?

Se non si troverà il modo di mettere la classica pezza, in 24 ore, su un problema che si trascina ormai almeno da due anni, l’Italia olimpica rischia grosso. Rischia, cioè, di essere sospesa dal Comitato olimpico. Il che significa che i nostri atleti dovrebbero partecipare alla prossima olimpiade di Tokio senza bandiera, senza inno di Mameli e senza scritta “Italia” sulle maglie. A titolo personale, come gli atleti di Russia e Bielorussia. Con evidenti conseguenze sulla partecipazione delle squadre e delle staffette, e il completo azzeramento del medagliere ufficiale italiano per questa olimpiade.

Come si è arrivati a questo? L’origine del problema risiede nella approvazione della legge di Stabilità 2018, con la quale è stata istituita la Spa “Sport e salute” che ha sostituito “Coni servizi”: una vera e propria “cassaforte” dei finanziamenti per lo sport italiano, sotto il controllo diretto del ministero dell’Economia e finanze, che gestisce il grosso dei fondi destinati all’attività sportiva. Lo scorso anno, ha ricevuto 368 milioni di euro su un totale di 408, lasciando sotto la competenza del Coni solo 40 milioni. Per il Comitato olimpico, questa situazione costituisce una violazione della Carta olimpica da parte dell’Italia, in particolare là dove prescrive che “I Comitati Olimpici Nazionali devono preservare la propria autonomia e resistere a pressioni di qualsiasi tipo, incluse quelle politiche, giuridiche, religiose ed economiche”. Il premier Giuseppe Conte aveva espresso un impegno formale di risolvere la situazione, con il Cio, quando nel 2019 sono state assegnate all’Italia le Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026. “A distanza di 25 mesi, e dopo ripetute richiese ufficiali da parte del Cio, per colpa della politica non è stato risolto nulla, ecco perché la situazione dal punto sportivo adesso è diventata drammatica”, ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò, davanti alle Commissioni riunite di Cultura e Lavoro della Camera dei deputati. Dall’altro lato, il presidente di Sport e salute, Vito Cozzoli, ha ribadito peraltro che “Mai Sport e salute ha inciso o tentato di incidere sull’autonomia del Coni”.

La soluzione, che dovrebbe giungere entro domani, potrebbe consistere in un decreto legge ad hoc, ma secondo alcuni potrebbe anche essere sufficiente una lettera di intenti che ribadisca nero su bianco l’autonomia dello sport rispetto alla politica. D’altro canto non è così probabile che la questione venga trattata proprio nel momento in cui il premier Conte sta affrontando le proprie dimissioni.

In alternativa alla sospensione diretta del Coni da parte del Cio, potrebbe profilarsi l’ipotesi di un semplice avvertimento, ma secondo le indiscrezioni che circolano in queste ore la decisione, più grave, della sospensione sarebbe già presa e si attenderebbe solo l’ufficializzazione. Una decisione critica non soltanto per quanto riguarda la partecipazione a Tokio: a rischio potrebbero essere anche i finanziamenti per l’Olimpiade invernale. Per non parlare della figuraccia planetaria.