La Cina ha il fucile d’assalto “laser”?

In questi giorni, hanno fatto sensazione le notizie apparse su diverse testate cinesi riguardanti un portentoso Laser Ak-47: nonostante sia ufficialmente definito “non letale”, avrebbe caratteristiche che… Le notizie in merito a questa nuova arma laser giungono proprio in un momento in cui la Cina è “nell’occhio del ciclone” a causa dei suoi laser: gli Stati Uniti infatti, hanno recentemente accusato la Cina di aver utilizzato “sistemi o armi laser” contro i piloti americani che operavano nei pressi della base cinese a Gibuti, in almeno quattro episodi, procurando disturbi visivi a questi. Gli Usa, hanno poi inviato al Governo di Pechino una protesta formale. E a quanto pare, i cinesi non sono nuovi a episodi del genere sempre secondo gli americani.
Le notizie della stampa cinese appaiono piuttosto dettagliate, parlano infatti di una nuova arma laser, la Zkzm-500, di dimensioni estremamente compatte pari a quelle di un fucile di assalto e del peso di 3.000 grammi con gittata di 800 metri giungendo a definirla appunto, un “Laser Ak-47”.
Sarebbe inoltre pronta per la distribuzione di massa e le unità antiterrorismo della polizia e dell’esercito cinese, addirittura prossime ad averlo in dotazione. La Zkzm-500 sarebbe stata sviluppata dall’Istituto di ottica e meccanica di precisione Xian dell’Accademia cinese di scienze nella provincia di Shaanxi. Veniamo adesso alle caratteristiche “preoccupanti” di questa nuova arma: innanzitutto viene definita “non letale” salvo specificare che il suo raggio invisibile, può passare attraverso un vetro e bruciare pelle e tessuti umani istantaneamente… e incendiare i vestiti (se infiammabili) del soggetto. E questo pensando a un impiego anti-terrorismo. Vengono prospettati poi alcuni impieghi come arma di “dissuasione” in situazioni anti sommossa piuttosto pittoreschi, come incendiare striscioni o bandiere “non autorizzate” sino a dare un “messaggio” caldo e preciso… agli agitatori più attivi.
Vediamo invece gli impieghi militari: in mano alle forze speciali potrebbe essere usata per incendiare o far esplodere serbatoi di carburante, razzi e missili (posto che in base alla gittata massima della Zkzm-500, si riesca a restare fuori del raggio dell’esplosione…), danneggiare aeromobili parcheggiati o attrezzature sensibili. L’arma, posto che venga messa in produzione, sarebbe dotata di batterie al litio ricaricabili, capace di almeno 1.000 “colpi” della durata di 2 secondi e avrebbe un costo unitario di circa 15.000 dollari.
A corollario o a parziale giustificazione delle “meraviglie” di quest’arma, si spiega che nel 2015 la Cina ha investito nella ricerca sulla miniaturizzazione dei laser, la ragguardevole cifra di 2 miliardi di yuan (circa 301 milioni di dollari).
Non aiutano molto però, le immagini prodotte dalla stampa cinese: riconducibili a precedenti versioni di “Laser dazzler” portatili ossia, più semplici “disturbatori visivi” questi sì, innocui. Noti e presenti, seppur più limitatamente, anche in Occidente: utilizzabili sia in situazioni anti-sommossa, nell’anti-pirateria come dissuasori e disturbatori, utilizzati anche dai Marines in versioni molto compatte montabili sull’astina del fucile come il B.E. Meyers “Glare Recoil” o LA-22/U secondo classificazione dell’Usmc.
Vero è che la Cina e più di ogni altro Paese, ha sviluppato Laser dazzler di proporzioni ragguardevoli, sempre delle dimensioni almeno di un assault rifle: tra queste, mostrate puntualmente nei saloni cinesi del Law enforcement, ricordiamo i modelli Bbq-905 Laser dazzler weapon (sotto, già nel 2017 nelle mani della polizia cinese…), Wjg-2002 Laser gun e Py131A/Py132A Blinding laser weapon.
Aldilà dei toni cinesi, forse propagandistici e del “negazionismo” di certa stampa americana, vediamo cosa ci può essere di vero in questa notizia. In effetti esistono già armi laser e anche dispiegate in ambito militare come lo Zeus-Hlons (Laser ordnance neutralization system) dell’Us army, impiegato per distruggere mine e Ied a distanza e che impiega un Laser Sshc della potenza di 10 kW. Ma si tratta di soluzioni piuttosto “ingombranti”. Ne esistono anche di più grandi in funzione anti Uav e con potenze sensibilmente maggiori (sotto).
Durante l’ultimo Eurosatory 2018 però, la Rafael israeliana ha mostrato il sistema anti-droni “Drone dome” dotato anche e come hard-kill, di Laser per distruggere mini e nano-droni: aldilà del piccolo drone-bersaglio “cauterizzato” dal Laser e quindi, distrutto, ciò che colpiva erano le dimensioni davvero compatte del modulo laser. Non venivano però indicati parametri come potenza e distanza di ingaggio.
Di conseguenza e vista la compattezza raggiunta almeno dagli israeliani in questo settore, è ipotizzabile che un qualcosa di simile, di dimensioni e pesi prossimi a quelli “propagandati” sulle riviste cinesi, sia comunque fattibile. Siete avvisati…