La bestia nera è la guardia giurata?

La nota trasmissione televisiva “Le iene” ha mandato in onda un servizio dai toni estremamente drammatici, in cui si dipinge la categoria delle guardie giurate come una categoria di assassini potenziali

La nota trasmissione televisiva "Le iene" ha mandato in onda un servizio dai toni estremamente drammatici, in cui si dipinge la categoria delle guardie giurate come una categoria di assassini potenziali. Ma le cose, in realtà, stanno veramente così? Nel servizio, si dà infatti conto di 30 casi di omicidio-suicidio di guardie giurate che hanno ucciso o ferito il coniuge o la compagna e si sono, poi, tolte la vita. Con toni enfatici, si sottolinea lo stress legato alla professione, dipingendo la categoria delle guardie giurate come se fosse composta da nevrotici esauriti, che non aspettano altro che dare sfogo alla follia. Ovviamente, l'occasione è propizia per propinare il solito cliché relativo al possesso di armi, qualificato come una vera e propria piaga. Ma le cose, stanno davvero così? In realtà, basta accostare due semplici dati, il primo costituito dal numero di casi segnalati dalle Iene, il secondo costituito dal numero di guardie giurate in servizio in Italia (circa 50 mila), per capire che la "emergenza nazionale" dipinta dal conduttore, si riduce a una pur sempre drammatica, ma anche contenutissima statistica: le guardie giurate che fanno un uso improprio della loro arma (che, chissà perché, viene qualificata come "'d'ordinanza" quando è noto che invece è di proprietà personale nella stragrande maggioranza dei casi) sono lo 0,06 per cento. Ma il servizio non si accontenta di ciò, passando a illustrare i criteri di addestramento con l'assistenza del responsabile del Sindacato autonomo di vigilanza privata, Vincenzo Del Vicario, il quale pone l'accento sul fatto che "dopo un corso di due ore sull'uso dell'arma, la guardia giurata è pronta a prendere servizio". Nessun accenno, stranamente, agli obblighi di formazione continua che competono alle guardie giurate, proprio sull'uso dell'arma, che comprendono esami trimestrali al poligono, per di più piuttosto rigorosi. La stranezza è ancor più evidente considerando il ruolo di rappresentante sindacale di Del Vicario. Un altro caso di spettacolarizzazione di tragici lutti, quindi? Ma a vantaggio di chi?