Il ministero toglie il bollo. E anche il limite di un esemplare?

Lo scorso 10 febbraio il ministero dell'Interno ha pubblicato una circolare nella quale, oltre a chiarirsi che non è dovuta la marca da bollo per "togliere" un'arma dalla collezione, si dà implicitamente un'altra informazione importantissima… Il ministero dell’Interno è tornato a occuparsi della licenza di collezione armi comuni, con la circolare 557/PAS/U/002153/10171(3) del 10 febbraio 2017, nella quale finalmente ha “chiuso il cerchio” sull’annosa vicenda delle marche da bollo, confermando che la marca non è dovuta quando si “estraggono” una o più armi dalla licenza (perché si sono vendute), ma solo nel momento in cui si vogliono inserire. Nella motivazione, tuttavia, tra le righe si può leggere un concetto ancora più importante, cioè quello relativo ai limiti di inserimento di armi nella licenza di collezione armi comuni da sparo: come è noto, infatti, la legge 110/75 prescriveva che nella licenza fosse possibile mettere un solo esemplare di arma per ciascun numero di iscrizione al catalogo nazionale delle armi. Il punto è che il catalogo nazionale delle armi non esiste più dal 2011, quindi alcune questure avevano iniziato ad applicare una regola “empirica” secondo la quale non era possibile inserire in collezione più di un esemplare “per modello”. Nella circolare del 10 febbraio, tuttavia, questa interpretazione viene completamente smontata, asserendo che “qualora il titolare dela licenza in questione intenda aggiungere un’ulteriore arma comune di sparo alla licenza medesima, dovrà darne preventiva comunicazione al questore, affinché tale autorità possa valutare, alla luce della successiva variazione nel numero delle armi comunque detenute, l’idoneità delle prescrizioni del caso, ex art. 9 del Tulps, impartite per la custodia”.
Da quanto esposto appare evidente che l’unica valutazione eseguita dalla questura in fase istruttoria è quella relativa al numero di armi in collezione e alle eventuali e conseguenti prescrizioni di sicurezza (sbarre alle finestre, allarme, armadio blindato eccetera). Non viene in alcun modo eseguita alcuna attività istruttoria per quanto riguarda la presenza in licenza di modelli analoghi. Anche se era un concetto abbastanza logico, questa è la prima volta che il ministero lo mette ufficialmente nero su bianco.
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