Denunciato per un arsenale… che non esiste

Tragica e grottesca avventura quella vissuta da un ragazzino di Novara che, dopo aver imprudentemente portato una scacciacani a scuola, si ritrova denunciato per un “arsenale” che… non esiste! Cosa è successo?

Non è possibile stabilire se la vicenda sia allarmante, tragicomica o semplicemente ridicola. Tutto parte dalla segnalazione giunta alla Digos da parte dei responsabili di un istituto superiore di Novara, relativa a un ragazzo che avrebbe avuto un'arma nello zaino. Doveroso, quindi, l'intervento dei poliziotti, che hanno poi appurato trattarsi di una scacciacani (sprovvista di tappo rosso) e che, perquisendo quindi la sua abitazione hanno "scoperto" quello che è stato (ovviamente) qualificato dalla cronaca locale come "un piccolo arsenale", costituito, ohibò, da "coltelli, roncole, un fucile subacqueo munito di fiocina, alcuni strumenti destinati all'offesa delle persone e un'altra riproduzione di arma da sparo". Conseguenza scontata, il sequestro di tutto il materiale e una denuncia al tribunale dei minori per detenzione illegale di armi. Intendiamoci, quando diciamo "scontata" non intendiamo riferirci al fatto che la situazione richiedesse la trasmissione degli atti alla procura, quanto piuttosto al fatto che il modus operandi delle forze dell'ordine appare sempre più spesso improntato a un automatismo di notizia di reato, anche quando la logica e il buon senso, prima ancora della conoscenza delle norme di legge, dovrebbero rendere lampante che ci si trova di fronte a oggetti che armi non sono. La domanda può sembrare polemica, ma non lo è: quale cittadino non ha coltelli a casa propria? Anche solo per mangiare! E per il fucile subacqueo (munito di fiocina, attenzione…), ci vuole il porto d'armi? Ma da quando? E per le "riproduzioni di armi da sparo"? E gli "strumenti destinati all'offesa delle persone", proprio perché definiti tali, è evidente che armi non siano. 

Ai tempi di Peppone e Don Camillo, una situazione del genere si sarebbe conclusa con una paternale al ragazzo da parte del commissario o del maresciallo di turno. Oggi, invece, si preferisce denunciare un ragazzo (forse facilone, forse incosciente, d'accordo) per reati inesistenti, condannando lui e i suoi genitori a un patema d'animo di mesi e alla spesa di migliaia di euro per difendersi…. dal nulla. Speriamo, almeno, che tutto questo serva a far fare bella figura a qualcuno con le statistiche di fine anno sui sequestri di armi…

 

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