Zeiss V8, un concentrato di tecnologia

Escursione di ingrandimenti generosa e massima luminosità, grazie all'obiettivo di 56 mm e al tubo di 36 mm di diametro, il tutto gestito con comandi ergonomici e affidabili. La prova non ci ha lasciato indifferenti
Testo e foto di Riccardo Torchia

Il cannocchiale Zeiss si presenta a noi già montato sulla carabina con un attacco a incastro. L’ottica ci è stata fornita dall’importatore italiano Bignami sulla carabina della Merkel, la Rx.Helix, nell’allestimento Explorer con calciatura sintetica.
La V8 a prima vista ci sorprende per una proporzione tra le varie parti cui non siamo abituati. Infatti il suo fisico da “lottatore” denuncia subito robustezza e prestazionalità. Sicuramente la sua configurazione è definita in primis dalla grandezza del tubo centrale che è di ben 36 mm, una misura a cui non si era ancora arrivati essendo finora il top rappresentato dai 34 mm degli strumenti destinati al settore militare.
Partendo dalla campana anteriore notiamo che quest’ultima è molto compatta. Infatti in nemmeno 90 mm ci sono sia la parte cilindrica, con diametro di 62 mm, sia la parte conica che in soli 40-41 mm si raccorda col tubo centrale. La lente anteriore è molto ben protetta, essendo incassata di circa 20 mm, una misura importante che la mette al sicuro da urti fortuiti con oggetti esterni, pioggia, rugiada, resina delle piante eccetera.
Il trattamento superficiale è abbastanza spesso e leggermente rugoso, il che permette la rimozione molto agevole degli inquinanti o dei graffi leggeri, con un leggero sfregamento con una pezzuola unta. Per contro, è abbastanza liscia da non evidenziare antiestetici segni dopo qualunque contatto.
Il tratto parallelo del tubo prima della zona torrette si estende per ben 60 mm, una misura consona a qualunque tipo di montaggio su qualunque tipo di arma. Molto spesso, su certe ottiche questo spazio non arriva nemmeno a 40 mm e mette in difficoltà per la regolazione della distanza focale dell’ottica specialmente con armi con azione magnum o con un design del castello non convenzionale.
Malgrado questa abbondanza però, l’ottica, anche se mantiene misure importanti, ha una lunghezza totale di 350 mm, che rimane misura standard nel panorama generale delle ottiche di grandi prestazioni. Arriviamo alla zona torrette e notiamo, banalmente, che ce ne sono tre.
Quella sul lato sinistro ha un diametro di 35 mm, quindi è ben dimensionata e ha, per il suo azionamento, una corposa ghiera riportata in gomma molto grippante, con scanalature che ne agevolano la presa. Svitando il suo coperchietto di chiusura, si nota che contiene la batteria che alimenta il punto luminoso del reticolo. Alla base della ghiera, invece, sono riportati i valori della regolazione del parallasse, cosa per la quale è preposta.
Sono presenti tre soli riferimenti espliciti, per le distanze di 50 metri, 100 metri e infinito. Tutte le altre regolazioni intermedie debbono essere cercate visivamente dal tiratore controllando dentro l’ottica, come sappiamo, la nitidezza del bersaglio e del reticolo.
Molto buona la pastosità della rotazione, non troppo dura ma al riparo da qualunque interferenza per urto o sfregamento su superfici come abiti, zaini o altro. Non molto grandi i riferimenti incisi, ma abbastanza visibili, ben sapendo che non hanno grande importanza nella gestione pratica dello strumento.
Anche la ghiera per la regolazione del punto di impatto in derivazione ha un diametro di 35 mm, e sporge di ben 26 mm dal tubo, quindi mantiene una buona impugnabilità per l’azionamento.
La corona graduata sulla sua circonferenza ha la numerazione molto grande (finalmente!), che garantisce la massima visibilità per una eventuale regolazione veloce sul campo, risparmiando al cacciatore la ricerca frenetica di occhiali da presbite! Dopo la regolazione, è possibile effettuare l’azzeramento sollevando il cappuccio esterno della torretta (vincendo la resistenza di una molla), riposizionarlo in modo da far coincidere la linea di fede con lo “zero” e riabbassandolo.
Per proteggere la torretta da infiltrazioni di umidità o polvere sono presenti due guarnizioni circolari in gomma arancione. Sulla testa della torretta sono riportati i valori di spostamento del punto di impatto per ogni click, pari a 1/3 di Moa, o 1 centimetro alla distanza di 100 metri.
I click sono ben netti sotto le dita durante la regolazione e tutte le torrette si manovrano benissimo in tutte le loro funzioni anche con guanti pesanti.
La torretta per la regolazione del punto di impatto in elevazione è denominata Asv Long range, perché racchiude la possibilità di compensare la caduta del proiettile a distanze veramente notevoli, ovvero fino a 600 metri. La compensazione si effettua grazie a un’apposita ghiera graduata (la scelta è tra ben 9 ghiere, in funzione delle caratteristiche balistiche). È fornito comunque anche un normale anello con riportata una normale scala graduata da 0 fino a 100 click, la massima escursione che la regolazione può raggiungere.
Gli anelli dedicati, invece, riportano le differenti distanze, in maniera graficamente diversa. Il posizionamento dell’anello avviene smontando la torretta esterna. Lasciata la zona torrette troviamo altri 70 mm di tubo e arriviamo alla ghiera per gli ingrandimenti. Quest’ultimi vanno da 2,8 ad addirittura 20x, una escursione amplissima che rende l’ottica più simile a un piccolo spektive. La ghiera è gommata e scanalata, per essere gestita al meglio. È pastosa e uniforme come scorrevolezza, con stop precisi in corrispondenza dei valori minimi e massimi.
I numeri che indicano gli ingrandimenti, però, sono abbastanza piccoli, anche se con tonalità ben visibile. Sono rappresentati tutti i valori pari dell’escursione, con tacca intermedia. Per aiutare la rotazione, la ghiera ha un buon risalto sempre in gomma su cui puntare le dita. Comunque, sono impossibili rotazioni fortuite per urti eccetera. Forse, nell’azionamento con guanti pesanti si può urtare la ghiera superiore della regolazione dell’intensità del punto luminoso, ma non più di tanto.
L’accensione e lo spegnimento sono demandati al piccolo pulsante superiore posto al centro della ghiera gommata che regola l’intensità. L’accensione avviene premendo leggermente sul pulsante una sola volta, mentre lo spegnimento richiede una pressione mantenuta per almeno un paio di secondi.
La regolazione è demandata alla ghiera gommata, molto grippante e pastosa nella rotazione (ininterrotta sui 360 gradi). Non ha posizioni giorno-notte, la variazione avviene ruotando la ghiera in senso orario per aumentare l’intensità o in senso antiorario per abbassare. Il dot rimane acceso solo se l’arma è allineata per il tiro, si disinserisce automaticamente quando l’arma viene coricata su un fianco o messa in verticale.
L’oculare è provvisto di ghiera per la regolazione diottrica, che in soli 190° gradi, ruotando a destra o sinistra, permette l’adattamento alla vostra visione. Presenta una ottima pastosità e buona grippabilità per la presenza di una robusta guarnizione circolare che salva il bordo dell’ottica da urti (e la vostra arcata sopracciliare, se quel giorno per la fretta tenete l’arma in maniera non consona).
Nella scatola sono compresi i tappi di protezione per le lenti (molto utili ma purtroppo non trasparenti, che sarebbero più utili ancora), il set dei 9 anelli per la torretta balistica, libretto d’istruzioni in italiano e altre lingue, garanzia e fazzolettino di stoffa per una pulizia veloce sul campo. La prima presa di contatto avviene in poligono, con la Helix Explorer calibro .270 Winchester e cartucce Rws con palla di 130 grani tipo H-mantel.
Bersaglio posto a 100 metri. Via col primo colpo, con l’arma azzerata a 200 metri, per cui circa 30-40 millimetri più alta a 100 metri.
Abbiamo spostato volutamente la taratura leggermente a destra per l’occasione, per non sovrapporre i fori sulla riga nera verticale del bersaglio, onde non poterli far vedere bene nelle foto.
Il primo colpo si è posizionato circa 4 cm sopra lo zero, prevedibilmente. Il secondo colpo lo abbiamo sparato con la torretta impostata sui 300 metri. L’impatto si è alzato di circa 14 cm sopra lo zero. Quindi abbiamo settato a 400 metri, e ancora l’impatto è salito di altri 17-18 cm, compensando correttamente la caduta della palla. Ma è il ritorno allo zero iniziale, il vero problema. Quindi abbiamo tirato il colpo “verità” e, guardando attraverso lo spektive con 40 ingrandimenti, non siamo riusciti a trovare il colpo. “Lo sapevo” ho pensato. Ma poi mi sono detto: «È impossibile che sia andato fuori!». Quindi mi sono fatto a piedi i 100 metri fino al bersaglio per chiarire il mistero. Scoprendo però che l’ultimo colpo è finito precisamente addosso al primo, facendo un leggero “8” sul bersaglio che sono riuscito a vedere soltanto arrivando a 30 cm. Per cui la torretta ha un funzionamento impeccabile.
Sul campo, tutto il resto si gestisce benissimo: torrette, ghiera degli ingrandimenti, inserimento e regolazione dell’illuminazione, parallasse, anche con guanti super pesanti.
Il punto luminoso riesce a esprimere intensità quasi inesistenti, fondamentali al crepuscolo.
Controllata per due sere di seguito la luminosità delle lenti con la tabella ottotipo posta a circa 60 metri, abbiamo constatato che il V8 arriva a leggere fino alla quarta riga, con difficoltà a riconoscere la quinta. Che è un ottimo risultato.
Unico neo, i numeri degli ingrandimenti poco visibili di sera. L’ottica non pesa poco. Alla nostra bilancia elettronica denuncia 995 grammi, ma con anelli di montaggio compresi: senza questi, arriverebbe agli 830 grammi denunciati sul libretto di istruzioni. Quando si parla di torrette balistiche, il cacciatore medio assume un’aria smarrita. In realtà, per fortuna, la selezione della ghiera corretta per “copiare” le caratteristiche balistiche della cartuccia è veramente facile e intuitiva.
Basta prendere nota delle caratteristiche balistiche di caduta della cartuccia che si utilizza (solitamente sono riportate sulla confezione o sul sito del produttore) e consultare il libretto di istruzioni, verificando a quale delle ghiere fornite in dotazione corrisponda più fedelmente la caduta a 300 metri. Quindi, una volta tarata l’ottica sulla distanza di 100 metri, basterà montare la ghiera con l’indicazione dei 100 metri corrispondente al punto zero, e il gioco è fatto.
Per esempio, se la cartuccia .270 Winchester utilizzata nel nostro test con palla di 130 grani a 300 metri cade, circa, di 38-39 centimetri, la tabella indica come ghiera corrispondente quella numero 5 e informa anche che, per azzerare l’arma a tale distanza, dallo zero saranno necessari 13 click. Quindi si prende l’anello 5 lo si posiziona sulla torretta balistica si controlla per sicurezza che da zero alla distanza di 300 metri siano riportate 13 tacche.
Ovviamente, la parabola della palla può essere influenzata da canne di lunghezza inferiore a quelle di riferimento (di 600 mm), così come da temperatura e altitudine. Per cui, è sempre bene fare anche riscontri pratici soprattutto per quanto riguarda le distanze maggiori.
Andando per gradi, ne guadagnerete
in dignità di cacciatori se riuscirete a non ferire o sbagliare animali. Produttore: Carl Zeiss sports optics gmbh, www.zeiss.de/sports-optics
Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, tel. 0471.80.30.00, fax 0471.81.08.99, www.bignami.it, info@bignami.it
Modello: Victory V8
Diametro obiettivo anteriore: 62 mm
Diametro lente anteriore: 56 mm
Ingrandimenti: da 2,8x a 20x
Peso: 830 grammi
Lunghezza totale: 350 mm
Diametro pupilla d’uscita: 9,9-2,8 mm
Distanza pupilla d’uscita: 95 mm
Valore crepuscolare: 7,9-33,0
Campo regolazione a 100 metri: 210/135 centimetri
Campo visivo a 100 metri: 15,5-2,1 metri
Correzione diottrica: da -3,5 a +2
Regolazione parallasse: da 50 metri all’nfinito
Regolazione per click a 100 metri: 10 mm (1/3 di moa)
Diametro tubo centrale: 36 mm
Diametro esterno oculare posteriore: 46 mm
Gas interno: azoto
Impermeabilità: 400 mbar
Trattamento: LotuTec