Un ddl (finalmente!) sulle armi bianche?

È stato assegnato alla Commissione affari costituzionali della Camera un ddl che si propone di superare il più evidente (e ridicolo) anacronismo della nostra legislazione: quello sulle armi bianche

Il ddl numero 1629, presentato alla Camera dei deputati lo scorso 26 febbraio e assegnato pochi giorni fa alla commissione affari costituzionali, potrebbe finalmente risolvere uno dei più ridicoli e controversi anacronismi della nostra legislazione in materia di armi, cioè quello relativo alla qualificazione giuridica delle armi bianche. Come è noto, secondo quanto dispone l’articolo 30 del Tulps, le cosiddette armi bianche (quindi quelle da punta e da taglio, come le baionette, le sciabole, le alabarde eccetera) sono assimilate alle armi da fuoco e, di conseguenza, è necessario denunciarle all’autorità di Ps. Questa norma, lungi dal comportare qualsivoglia vantaggio in termini di sicurezza sociale (nella misura in cui sono di libera vendita, e non potrebbe essere diversamente, coltelli da cucina di tutte le taglie e dimensioni, attrezzi da giardinaggio e da lavoro taglientissimi e così via), attualmente ha la sola “utilità” di appesantire il carico di lavoro amministrativo di questure, commissariati e stazioni dei carabinieri, che devono provvedere agli aggiornamenti delle denunce e delle licenze di collezione dei collezionisti e appassionati. Il ddl 1629, primo firmatario il leghista Manfredi Potenti, si propone proprio di ovviare a questa insensatezza (si ribadisce: non c’è un motivo al mondo per il quale un criminale o aspirante tale debba preferire una vecchia baionetta della prima guerra mondiale a un comunissimo cutter che si compra al supermarket) e auspichiamo che il suo iter parlamentare possa essere il più rapido possibile. Dal punto di vista dei contenuti, il ddl si propone di eliminare l’obbligo di denuncia per “lame, baionette, spade, spadini, alabarde e mazze ferrate”, il che sarebbe un passo in avanti epocale in termini di progresso giuridico, anche rispetto ai Paesi europei confinanti. Resterebbe irrisolta la questione del porto (attualmente vietato in modo assoluto, laddove invece per coltelli e altri strumenti atti a offendere è consentito con giustificato motivo), pensando in particolare alle rievocazioni storiche, ma non iniziamo a pretendere troppo!
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