Ue: inasprire le norme sul traffico d’armi non è una priorità

Il consiglio d’Europa si è recentemente pronunciato sul traffico internazionale d’armi, sottolineando come le attuali strategie messe in campo dall’Unione sembrino adeguate al momento storico

Il consiglio d'Europa si è recentemente pronunciato sul traffico internazionale d'armi, sottolineando come le attuali strategie messe in campo dall'Unione sembrino adeguate al momento storico. In particolare, è importante sottolineare come il consiglio abbia ritenuto che "anche dopo gli attacchi terroristici di Parigi, Bruxelles e Copenhagen, non è emersa la necessità di rafforzare le misure di contrasto al traffico d'armi" e che, semplicemente, si ritenga invece utile rafforzare l'interscambio di informazioni tra i Paesi membri, interscambio che il consiglio ammette non essere utilizzato "per il suo intero potenziale". Di conseguenza, il consiglio d'Europa ha invitato i Paesi membri a inserire sistematicamente le informazioni sulle armi rubate o di provenienza illecita nel sistema di informazione Schengen (Sis II), e di incrementare l'inserimento di informazioni sulle armi nel Sistema informativo Europol (Eis) e nel sistema dell'Interpol contenente le informazioni sulle armi illegali (iARMS).