La Hitrole in Libano

Sono arrivati anche in Libano i Vtml (Veicolo tattico leggero multiruolo) “Lince” del nostro contingente impiegato nella missione Unifil, equipaggiati con le torrette a controllo remoto “Hitrole” (Highly integrated technology, remote, overhead, light electrical). Abbiamo testato le loro capacità ottiche in notturna, in una zona davvero calda, grazie al nostro corrispondente enbedded Andrea Cionci

Sono arrivati anche in Libano i Vtml (Veicolo tattico leggero multiruolo) “Lince” del nostro contingente impiegato nella missione Unifil, equipaggiati con le torrette a controllo remoto “Hitrole” (Highly integrated technology, remote, overhead, light electrical). Abbiamo testato le loro capacità ottiche in notturna, in una zona davvero calda, grazie al nostro corrispondente enbedded Andrea Cionci.

Grazie alla preziosa collaborazione della Brigata “Pinerolo”, che, da circa un mese, ha dato il cambio alla Brigata “Ariete”, ci siamo recati con due Lince, di notte, sulla cosiddetta “Blue line”, che separa il Libano da Israele. Questa sorta di linea di ritiro armistiziale è delimitata da barili dipinti di blu, con la scritta “Un” ed è oggetto di continue diatribe diplomatiche fra libanesi e israeliani, nonché di forti tensioni.

Siamo dovuti arrivare a fari spenti: non solo i flash, ma anche i telemetri delle macchine fotografiche potevano suscitare la reazione delle sentinelle israeliane. Fortunatamente la torretta Hitrole consente all’operatore di manovrarla restando seduto all’interno del mezzo blindato.

Il tema della vulnerabilità del mitragliere, piazzato allo scoperto sulla “ralla” rotante del Lince, era emerso drammaticamente già dal 2008, e ha avuto la triste, ennesima conferma nel giugno 2013, con la morte del capitano Giuseppe La Rosa, in Afghanistan.

Benché il soldato in ralla disponga di una capacità di osservazione e di reazione ottimale, la sua posizione lo espone non solo a pallottole e schegge, ma anche al lancio di ordigni che, dalla botola, possono penetrare nel veicolo blindato (come avvenne per il povero La Rosa). Fu così che la Difesa ordinò, alcuni anni fa, alla Oto Melara le torrette a controllo remoto che consentono all’operatore di gestire una mitragliatrice Browning calibro 12,7 mm (270 colpi pronti al fuoco), una MG 42/59 (730 colpi), o un lanciagranate da 40 mm (44 colpi) restando al sicuro dentro al mezzo.

Il sistema d’arma viene manovrato grazie a due joystick e a un visore sul quale appare ciò che riprende la camera coassiale all’arma. Tuttavia, per evitare che il veicolo assuma un aspetto eccessivamente minaccioso, soprattutto in centri abitati, l’arma può essere svincolata dalla coassialità con la camera, rimanendo puntata verso l’alto, mentre l’obiettivo osserva il terreno orizzontalmente.

Solo in un caso il mitragliere è tenuto a uscire allo scoperto: quando deve inserire il primo colpo del nastro di munizioni nell’arma (questo solo se non si parte con l’arma già con il colpo in canna). Si possono controllare l’alzo e il brandeggio a 360°, con due diverse velocità (lento/rapido).

L’armamento della mitragliatrice è automatico, comandato meccanicamente dall’interno. All’occorrenza, il mitragliere può uscire allo scoperto e manovrare manualmente l’arma, ma solo per un raggio di circa 180°, non essendo la mitragliatrice innestata direttamente sulla ralla girevole.

La torretta è girostabilizzata e consente un tiro selettivo anche con il mezzo in movimento. Il cassone del munizionamento ha un diaframma che cambia a seconda della lunghezza delle cartucce.

Proprio per il previsto impiego in teatro operativo – spiega il Caporal Maggiore Francesco Lucente – sono stato inviato a seguire il corso per la Hitrole presso la Scuola di Fanteria di Cesano. Ci sono volute due settimane per ottenere l’abilitazione a istruttore, poi la sperimentazione è proseguita anche durante  l’addestramento con i nuovi allievi. Utilizzando la Hitrole in poligono abbiamo avuto modo di apprezzarne le qualità, fra cui la precisione nel tiro e le diverse opzioni di visualizzazione delle immagini anche con la camera termica per la visione notturna. I corpi più caldi possono essere evidenziati, a scelta, in nero o in bianco. Si può visualizzare ad alti livelli di ingrandimento con lo zoom. Provenendo da un sistema d’arma simile, ma montato su scala maggiore, come per il veicolo trasporto truppe “Freccia” e il carro “Ariete”, posso dire che il suo utilizzo si è dimostrato decisamente buono. È facile da manovrare anche se, ovviamente, sono necessarie  esperienza e manualità e occorre essere abilitati”.

La torretta pesa 200 kg, comprendenti oltre all’arma, il ragno (la struttura basale che fissa la torretta al tetto del Lince), l’affusto e la culla.

Il peso in aggiunta, spostato in avanti, ha richiesto alcune modifiche al mezzo. Per esempio, il verricello, che su tutti i Lince è posto davanti al motore, in questo caso è stato spostato dietro. Anche la velocità massima del mezzo, unicamente a livello dottrina, è stata diminuita. Il guidatore è tenuto a non superare i 40 km orari. Le armi sono dotate di kit diversi per essere adattati alla culla della Hitrole. Ancora un gioiello italiano, dunque, per incrementare la sicurezza dei nostri soldati.