Tira aria brutta anche a San Marino

Se l’Italia non sta vivendo un periodo particolarmente tranquillo sotto il profilo della legislazione in materia venatoria, anche nella Repubblica di San Marino c’è aria di tempesta e anche nella piccola repubblica del Titano è la sinistra a farsi portavoce della repressione. In una delle ultime sedute del consiglio, infatti, è stato accolto un emendamento che porta a 3 (contro i 5 originari) i giorni consentiti alla settimana per la caccia alla migratoria. Così ha … Se l’Italia non sta vivendo un periodo particolarmente tranquillo sotto il profilo della legislazione in materia venatoria, anche nella Repubblica di San Marino c’è aria di tempesta e anche nella piccola repubblica del Titano è la sinistra a farsi portavoce della repressione. In una delle ultime sedute del consiglio, infatti, è stato accolto un emendamento che porta a 3 (contro i 5 originari) i giorni consentiti alla settimana per la caccia alla migratoria. Così ha commentato Vanessa Muratori di Sinistra unita: «Vi sono alcune storture nell’impostazione del calendario venatorio, quali la sua maggiore estensione rispetto ai calendari limitrofi, la presenza di specie protette a livello europeo tra le specie cacciabili, la definizione di specie nociva per le specie predatrici, il sistema di monitoraggio e di censimento per la fauna selvatica. San Marino è l’unico Paese d’Europa a far predisporre il calendario venatorio alla Federcaccia. Occorre demandare allo Stato la predisposizione dei calendari venatori sulla base di piani faunistici ratificati dal consiglio, sentiti certo i cacciatori e le associazioni ambientaliste, ma non lasciando che siano le doppiette il soggetto forte a dettare le condizioni». Di diverso avviso il Comitato olimpico nazionale sanmarinese: «è quantomeno intempestivo l’intervento del consiglio grande e generale che ha stravolto, in corsa, accordi raggiunti e il calendario venatorio già concordato anche con le regioni limitrofe e che sarebbe stato più opportuno rinviare a deliberazioni all’atto dell’approvazione del piano faunistico ambientale, inteso come indispensabile strumento tecnico-scientifico di supporto».