Seminario del Pd sulla 157/92

il seminario “Caccia, fauna, territorio: le proposte del Pd” ha rivelato una chiara disponibilità alla riforma della legge 157/92. Maggiore aderenza rispetto alle norme comunitarie, ridefinizione del rapporto Stato – Regioni attraverso l’istituzione di un Ufficio di governo della gestione faunistica nazionale, maggiore rilevanza all’approccio tecnico scientifico e il rifiuto della depenalizzazione dei reati di bracconaggio sono i punti maggiormente sottolineati da… il seminario “Caccia, fauna, territorio: le proposte del Pd” ha rivelato una chiara disponibilità alla riforma della legge 157/92. Maggiore aderenza rispetto alle norme comunitarie, ridefinizione del rapporto Stato – Regioni attraverso l’istituzione di un Ufficio di governo della gestione faunistica nazionale, maggiore rilevanza all’approccio tecnico scientifico e il rifiuto della depenalizzazione dei reati di bracconaggio sono i punti maggiormente sottolineati dalla responsabile del Settore Caccia e Fauna del Partito Democratico Susanna Cenni. Le proposte del Pd mirano a ridefinire il ruolo dei cacciatori come protettori dell’ambiente e della fauna. In questo senso giocherebbe un ruolo rilevante il neo Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che per il Pd dovrà rappresentare un organo al di sopra delle parti che esprima pareri scientifici autonomi sulla programmazione venatoria e che abbia un collegamento funzionale con gli Osservatori regionali. Riguardo alla gestione degli ungulati: “Il Pd sta lavorando a proposte innovative – ha dichiarato la Cenni – per tutelare gli agricoltori dai danni causati dai cinghiali alle coltivazioni e per realizzare piani di prelievo a scopo contenitivo, necessari per difendere gli equilibri naturali e la biodiversità. Accanto a questo, dobbiamo continuare a impegnarci per impedire e perseguire chi continua, in barba alle norme, a immettere cinghiali, con il chiaro obiettivo di mercificare la caccia di alcune specie come i cinghiali, i caprioli e i bovidi”. Una seria gestione della materia ha bisogno però di risorse adeguate, Susanna Cenni ha ricordato che occorre applicare la legge 388 del 2000 “che disponeva, al fine di favorire la realizzazione dei programmi di gestione faunistico ambientale sul territorio nazionale da parte delle Regioni, a decorrere dal 2004, la restituzione del 50% della tassa di concessione governativa per la licenza di porto d’armi. Ad oggi, sono stati stanziati 10 miliardi di vecchie lire per gli anni 2001, 2002 e 2003, mentre dal 2004 le Regioni non hanno ricevuto alcuna risorsa”.