Quando sono nate le moderne mire metalliche?

I moderni organi di mira metallici (meglio, “meccanici”, visto che ormai su molte armi è la plastica ad aver preso il posto del metallo) sembrano, in effetti, una invenzione piuttosto recente, quantomeno a guardare la conformazione di tacche di mira e mirini delle pistole e delle carabine prodotte fino alla seconda guerra mondiale: armi che, sotto questo profilo, sembrano molto rudimentali rispetto a quelle prodotte a partire dagli anni Sessanta-Settanta.

Ma quando, allora, sono state effettivamente realizzate le prime mire metalliche “moderne”? E con cosa miravano, in effetti, i nostri antenati nei secoli passati?

La maggior parte delle armi ad avancarica che si trovano nelle collezioni e nei musei è dotata di organi di mira estremamente rudimentali, in linea di massima per le armi militari fino alla fine del XVIII secolo si parla di un semplice mirino che, nei primi anni del XIX secolo, è stato coadiuvato da un abbozzo di tacca di mira. In realtà, però, addirittura già nel XVI secolo alcune armi da tiro erano caratterizzate da soluzioni più raffinate, come per esempio cilindri di collimazione (una sorta di piccolo “cannocchiale” senza lenti) posteriori o, addirittura, tacche di mira a “V” regolabili in brandeggio mediante sistemi a vite. In particolare, uno dei sistemi di mira più antichi è quello della cosiddetta diottra, cioè un foro circolare attraverso il quale traguardare il mirino. Il sistema a diottra risalirebbe addirittura alle baliste dell’impero romano, in tempi più recenti, ma parliamo ancora del XVI-XVII secolo, si è diffuso a livello dell’impero ottomano, prendendo piede in particolare in tutta l’area del Medio Oriente e del Nord Africa, sotto forma di una piastra sulla quale sono praticati più fori in successione verticale, al fine di compensare la caduta del proiettile alle differenti distanze.

Fu, tuttavia, con la diffusione sul mercato civile e militare dei fucili a canna rigata (ancora ad avancarica, ma strutturati per l’uso dei moderni proiettili minié), che si ebbe, sia in ambito civile, sia militare, una modernizzazione radicale degli organi di mira, con lo sviluppo di alzi regolabili sempre più raffinati e, in particolare per il tiro sportivo, di diottre regolabili micrometricamente.

Per quanto riguarda specificamente il tiro con la pistola (con la quale, per ragioni di tipo ottico, la diottra è di difficile impiego), sono due i personaggi fondamentali nello sviluppo dei moderni organi di mira e sono entrambi statunitensi: il primo è Ira Albert Paine (1837-1898), famoso tiratore e “performer” di spettacoli con le armi, che per primo ebbe l’idea di sostituire la classica tacca di mira a “V” con una tacca a “U”, più idonea a consentire un tiro di precisione. Fu, invece, un altro tiratore statunitense, E.E. Patridge, nell’ultima decade del XIX secolo, a mettere a punto la tacca di mira a profilo rettangolare compiutamente moderna, nonché il mirino a lama con la parte posteriore squadrata, che ancor oggi porta il suo nome.