Qual è la pistola più longeva degli Stati Uniti?

 

Se si parla di progetti assolutamente immortali, capaci di restare in produzione e in cima al gradimento degli appassionati in tema di armi corte, il primato della longevità dovrebbe, a prima vista, spettare a quel monumento alla tecnologia armiera che è la Government 1911: infatti, da quando fu adottata dall’esercito statunitense, appunto nel 1911, è rimasta praticamente sempre in produzione e in uso, sia per la difesa personale, sia per il tiro sportivo, risultando scalzata nell’impiego militare presso le forze armate americane solo nel 1985, con l’adozione della Beretta M9.

In realtà, tuttavia, il primato di arma corta più longeva in assoluto, cioè capace di restare sul mercato per il maggior numero di anni con un ruolo “operativo” e non meramente collezionistico amatoriale (come avviene per le repliche di armi storiche ad avancarica), con pochissime modifiche estetiche e funzionali, non spetta alla 1911, bensì a un’altra arma che, tutto sommato, neanche ci si aspetterebbe. Stiamo parlando… della Derringer!

Il progetto Remington
Il concetto di pistola Derringer è, in effetti, antichissimo, visto che già nella prima metà del XIX secolo con questo termine si designava una micro-pistola monocolpo ad avancarica con acciarino a percussione, che ebbe un successo di vendita enorme sul mercato statunitense, per le sue eccellenti doti di compattezza e occultabilità. L’arma, originariamente denominata “Deringer”, con una sola “r”, fu (come spesso avviene) copiata da numerosi artigiani imitatori, che un po’ per differenziarla dall’originale, un po’ banalmente per ignoranza, spesso ribattezzarono le loro creazioni “Derringer”, con due “r”. Da allora, spesso i due termini sono stati utilizzati come sinonimi.

Fu, tuttavia, la Remington nel 1865 a introdurre sul mercato la “vera” Derringer come è oggi conosciuta, cioè la “model 95”, una pistola a retrocarica a due canne sovrapposte incernierate al telaio all’estremità posteriore superiore, con cane esterno, grilletto a sperone e impugnatura arrotondata. Armando il cane una prima volta si sparava con una delle due canne, armandolo la seconda volta si faceva sparare l’altra canna.

Anche in questo caso, a fronte di dimensioni assolutamente minimaliste, il successo fu immediato per la capacità dell’arma di trovare posto in qualsiasi tasca o giarrettiera: prodotta nel solo calibro .41 rimfire corto, rimase ininterrottamente in produzione dal 1865, appunto, fino al 1935.

La High standard D-100
In quei settant’anni di produzione ininterrotta, la Model 95 di Remington si era già guadagnata l’immortalità, sia come icona del west, da sfoderare nei fumosi saloon di fronte all’immancabile baro, sia proprio come strumento di autodifesa di massima occultabilità, e questo malgrado ormai da decenni fossero disponibili sul mercato non solo revolver, ma anche e soprattutto pistole semiautomatiche di qualsiasi formato, a partire dalle microscopiche 6,35 mm.

Ciò nonostante, la meritata pensione della Derringer era ben lungi dall’essere arrivata: nel 1962, infatti, l’azienda High standard pensò bene di resuscitare il progetto, attualizzandolo secondo i tempi moderni. Era il modello D-100, sempre a canne sovrapposte, basculanti tuttavia verso il basso, camerata in .22 long rifle (dal 1969 fu aggiunta l’opzione in .22 magnum con il modello D-101) ma, soprattutto, con scatto in sola Doppia azione e percussione a cane interno, per la massima prontezza d’uso e la minima possibilità di impigliamento.

High standard portò avanti la produzione fino alla chiusura dell’azienda, avvenuta nel 1980, il progetto tuttavia fu rilevato da un’altra azienda, la Benjamin Johnson technologies, che ne realizzò una versione ingrandita in calibro .38 special, denominata Da38 Derringer. Nel 1990 il progetto fu nuovamente ceduto alla American Derringer company.

Le Derringer dei giorni nostri
Proprio la American Derringer company, fondata nel 1980 da Robert ed Elizabeth Saunders, riportò in auge sul mercato il progetto originario della Derringer 95 di Remington, attualizzato tuttavia sia nei materiali, con l’impiego dell’acciaio inox, sia nelle camerature, che spaziano a tutt’oggi dal .22 long rifle fino al mostruoso .45-70 (con seconda canna in .410). L’azienda, in particolare, puntò molto sul concetto di arma per l’autodifesa femminile, impostando la propria campagna di comunicazione su scenari iconici e seducenti che vedevano protagonista la moglie del fondatore dell’azienda. Oggi sono tecniche di marketing che verrebbero sicuramente tacciate di sessismo, sta di fatto che a quel tempo funzionarono, garantendo un buon successo di vendita al prodotto, che dura tutt’oggi.

American Derringer non è rimasta l’unica azienda statunitense a produrre queste micro-pistole a doppia canna: possiamo per esempio citare a tal proposito anche i prodotti Bond arms, che si caratterizzano sempre per il medesimo schema meccanico, aggiornato esclusivamente nel fatto che il grilletto a sperone è provvisto di un ponticello e che è previsto un sistema brevettato di cambio rapido della canna, per cambiare calibro. Anche in questo caso, le camerature arrivano fino al .45-70. Non si può, infine, non menzionare anche la Double tap Derringer, realizzata dalla statunitense Double tap defense, che si può considerare come una evoluzione moderna della High standard, con canne basculanti verso il basso, scatto hammerless in sola Doppia azione e cameratura in 9×19 o .45 acp.

Ha senso?
Ha senso, oggi, un’arma per difesa come la Derringer? In linea di massima, specialmente con la diffusione delle moderne semiautomatiche polimeriche micro-compatte in 9 corto e, ancor più, in 9×19, la risposta è evidentemente “no”: il modesto vantaggio della Derringer in termini di occultabilità è controbilanciato dal fatto che l’arma ha due soli colpi, che l’impiego pratico non è particolarmente istintivo, essendo necessario armare il cane per ogni colpo, che l’ergonomia è indubbiamente meno pratica di quella di una moderna micro-compatta e che il peso, alla fin fine, non è così contenuto, visto che la costruzione è di norma interamente in acciaio (con l’eccezione della Double tap, che ha telaio in lega leggera). In linea di massima la sopravvivenza sul mercato di questo tipo di arma è dovuto in gran parte al campanilismo e al tradizionalismo statunitensi, ma sta comunque di fatto che ancor oggi, nel XXI secolo, la Derringer è ancora in vendita nelle armerie a stelle e strisce, esattamente come due secoli prima.