Prorogato il piano, guerra aperta…

Ennesima proroga del Piano faunistico venatoria, con bocciatura di quello proposto dall’assessore Stival, questa volta di due anni. Ma scoppia la polemica tra le associazioni venatorie

Il Consiglio regionale del Veneto ha bocciato il nuovo Piano faunistico venatorio regionale, adottato dalla Giunta regionale su proposta dell’Assessore leghista Daniele Stival in data 12 agosto 2013, e ha prorogato la validità del precedente Piano per almeno due anni.

L’Associazione Cacciatori Veneti-Confavi e l’Associazione Enalcaccia P.T. plaudono alla decisione: “Anche nel corso della grande manifestazione di Vicenza del 25 gennaio u.s., alla quale hanno partecipato oltre 2.500 cacciatori, è stata ribadita la ferma contrarietà da parte del mondo venatorio veneto alla proposta avanzata dalla Giunta regionale i cui contenuti, se approvati dal Consiglio regionale, avrebbero comportato la decimazione di quella parte coraggiosa rimanente di cacciatori che ancora continuano ad esercitare l’attività venatoria nella nostra regione nonostante le ripetute nefandezze di cui si è macchiata la Giunta regionale del Veneto negli ultimi quattro anni. I cacciatori del Veneto sono stanchi di subire le conseguenze dell’evidente ed imbarazzante impreparazione di chi ha causato ripetute sospensione del calendario venatorio regionale, di chi li ha privati del diritto di applicare il regime di deroga (contrariamente a quanto invece esplicitamente consentito dalle normative comunitarie, nazionali e regionali vigenti ), di chi, dopo l’approvazione di ben tre leggi e tre delibere di Giunta, non è ancora riuscito a risolvere il problema degli appostamenti ad uso venatorio, problema che mette i cacciatori in pericolo di essere denunciati per abuso edilizio ed abuso paesaggistico, reati per i quali sono previste sanzioni penali che vanno dai 30.000 ai 103.000 euro”.

Daniele Stival, in merito alle polemiche di questi giorni , si era già espresso: “Fa piacere sapere e vedere che tanti cacciatori si interessano e sono partecipi a tutte le manifestazioni che trattano gli argomenti inerenti la loro passione venatoria. Quello che dispiace è sentire alcuni dirigenti venatori e qualche politico raccontare mezze verità e mezze bugie dette con lo scopo di distorcere la realtà. Per esempio sulle quote associative: se è vero che oggi gli ambiti di caccia possono aumentare la quota associativa fino a tre volte, e i comprensori alpini fino a sei volte, è anche vero che la nuova proposta uniforma entrambe le realtà con la possibilità, non l'obbligo, di aumentare di sei volte. Possibilità sulla quale decide ora e deciderà domani l'Ambito attraverso il suo Cda, il cui presidente è un cacciatore come la sua Assemblea dei soci e' composta da cacciatori".

“Fortunatamente", prosegue Stival, "il popolo dei cacciatori, se correttamente informato, sa da solo tirare le sue conclusioni. Comprendo che nell’avvicinarsi delle elezioni europee, in mancanza di risultati a favore della caccia, per qualcuno ci sia il bisogno di distrarre l'attenzione del popolo delle doppiette o in mancanza di proposte concrete e non cassabili sull'argomento deroghe non ci sia stata nessuna proposta scritta”.

Anche Arci Caccia e Federcaccia lamentano “Dati errati e strategia distorsiva della realtà. Show a servizio della campagna elettorale dell’eurodeputato che in primavera è a scadenza di mandato”. "Vogliamo anche ricordare la questione capanni di caccia?", scrivono Giuliano Ezzelini Storti, presidente regionale Arci Caccia e Oscar Stella, vicepresidente regionale Fidc. "La norma attuale ovviamente non ci piace e non è sufficiente tanto è vero che in Toscana Federcaccia e Arcicaccia ne hanno costruita una più semplice che il Consiglio regionale ha votato all’unanimità. Perché non possiamo farlo anche in Veneto? Chi ha causato il primo danno alla legge sui capanni? Non certo l’assessore Stival. In Toscana, fortuna loro, non c’è Acv-Confavi…Sta di fatto comunque che sulla questione capanni, grazie alla nostra sensibilizzazione ed alle decine di assemblee, in qualche modo i capannisti hanno potuto andare a caccia anche quest’anno. Se fosse dipeso da qualche euro-parlamentare avrebbero dovuto cambiare modalità di caccia oppure stare direttamente a casa! Quindi diciamo ad Acv-Confavi, Enalcaccia e Berlato che possono fare centinaia di assemblee come quella di Vicenza, noi continueremo sulla nostra strada a difendere i diritti dei cacciatori".