Peste suina africana, trovata l’intesa tra Stato e regioni

Ratificato in seno alla Conferenza Stato-regioni un protocollo di sorveglianza e riduzione dei rischi per le principali malattie animali. Cruciale il ruolo dei cacciatori come sentinelle sul territorio

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La peste suina africana è una delle principali minacce alla fauna selvatica, in particolare alla specie cinghiale, ma che rischia di estendersi pericolosamente anche agli allevamenti di suini, creando grave danno al comparto agricolo. Per questo motivo, in seno alla Conferenza Stato-regioni, è stato siglato un documento di intesa in cui si stabiliscono le “indicazioni operative in materia di rafforzamento della sorveglianza e riduzione del rischio per talune malattie animali”.

Si tratta di un passo fondamentale per monitorare l’eventuale diffusione della malattia e per garantire azioni di prevenzione e tempestiva individuazione delle infezioni. Il piano di prevenzione mette in luce il fondamentale ruolo svolto dai cacciatori in termini di sorveglianza e segnalazione di possibili casi, oltre all’azione di riduzione della popolazione di cinghiali ove necessario.

Su questo tema la Confederazione cacciatori toscani (Cct) si sta attivando per organizzare una serie di incontri specifici, per formare cacciatori e personale di distretti di gestione al fine di aumentare la conoscenza dei rischi e migliorare la preparazione di tutti gli interessati.