Patenti verso la proroga: e i porti d’arma?

Il ministro dei Trasporti Paola De Micheli ha firmato un decreto che proroga al 30 giugno le scadenze delle patenti professionali. Occorrerebbe un analogo provvedimento per i porti d’arma

I differenti settori produttivi della nostra società fanno i conti con le limitazioni imposte dalle misure sanitarie contro la diffusione del Coronavirus e, in certa misura, lo Stato risponde con le opportune contromisure per addolcire, nel limite del possibile, le conseguenze negative per i cittadini. Parliamo, in particolare, del problema del rinnovo delle patenti di guida in scadenza in questo travagliato momento in cui effettuare le visite mediche per il rinnovo non è così facile, né tantomeno lo è interfacciarsi con le agenzie di pratiche auto per il rinnovo, per non parlare delle limitazioni all’attività delle motorizzazioni civili. Ecco perché il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, lo scorso 11 marzo ha già firmato un decreto che proroga automaticamente al 30 giugno la validità delle patenti professionali, delle carte di qualificazione del conducente e dei certificati di formazione professionale per il trasporto di merci pericolose, in scadenza tra il 23 febbraio e il 29 giugno. Con un secondo decreto emanato lo stesso giorno, sono state prorogate sempre al 30 giugno le validità dei permessi provvisori di guida rilasciati a coloro i quali devono sottoporsi a visita presso la commissione medica locale, nel caso in cui la commissione non si possa riunire. E si parla già di un imminente decreto che proroghi al 30 giugno la validità delle patenti anche non professionali in scadenza dal 23 febbraio al 29 giugno, così come delle revisioni per l’automobile.

A questo punto non sarebbe così assurdo (anzi, tutt’altro) ipotizzare (meglio, chiedere) che il ministro dell’Interno possa emettere un provvedimento analogo per prorogare fino al 30 giugno la validità anche dei porti d’arma, in scadenza. Non stiamo parlando ovviamente dei porti d’arma per Tiro a volo e caccia (armerie e poligoni peraltro sono al momento chiusi, in massima parte, così come l’attività venatoria è in pratica non effettuabile) bensì dei porti d’arma professionali rilasciati alle guardie giurate (la cui validità è di 2 anni dal rilascio) e dei porti d’arma per difesa personale, la cui validità è di un solo anno. Per le guardie giurate, ma anche per le polizie locali, si pone anche il problema aggiuntivo determinato dal fatto che, in conseguenza di una decisione dell’Uits, la maggioranza dei poligoni ha sospeso anche l’attività istituzionale, precludendo così la possibilità di effettuare per i cosiddetti “soci d’obbligo” le previste esercitazioni periodiche, esponendo così i titolari delle licenze in questione a ben precisi problemi lavorativi nel caso di scadenza dei termini. Il problema è stato fatto notare anche dalle organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil ed è stato ripreso anche da Federsicurezza. Occorre ricordare che sia le polizie locali, sia anche le guardie particolari giurate in questo momento concorrono alla pubblica sicurezza contribuendo a verificare il rispetto delle prescrizioni dell’autorità sulle limitazioni alla circolazione ed effettuando la sorveglianza dei siti strategici come sono, per esempio, pronti soccorso e ospedali. Sarebbe quindi opportuno un provvedimento che salvaguardasse le possibilità di lavoro di questi professionisti, innanzi tutto, ma anche dei soggetti in possesso di porto di pistola per difesa personale che, in quanto riconosciuti meritevoli di una protezione aggiuntiva, potrebbero trovarsi sprovvisti di tutela in funzione dell’impossibilità di completare la documentazione medico-sanitaria prevista. Al di là della difficoltà di trovare in questo momento un medico che rilasci le certificazioni previste, sta di fatto che i decreti per il contrasto al coronavirus hanno anche prorogato per trenta giorni la scadenza dei procedimenti amministrativi per i rilasci delle autorizzazioni in materia di armi, munizioni ed esplosivi, al fine di consentire il massimo impiego del personale in servizio della polizia di Stato per l’emergenza sanitaria in atto, senza peraltro prevedere proroghe per le licenze in scadenza.