Nulla di fatto per la conferenza Onu su armi leggere

La conferenza dell’Onu sulle armi leggere si è chiusa, dopo due settimane di lavori, senza alcun tipo di accordo tra gli Stati partecipanti. Malgrado, infatti, la maggior parte dei governi avesse sostenuto la necessità di più rigidi controlli sul commercio internazionale di armi leggere e di piccolo calibro, determinante è stata la contrarietà alla trattativa su alcuni punti chiave manifestata da alcuni Stati, tra i quali Usa, Cuba, India, Iran, Israele e Pakistan. «… La conferenza dell’Onu sulle armi leggere si è chiusa, dopo due settimane di lavori, senza alcun tipo di accordo tra gli Stati partecipanti. Malgrado, infatti, la maggior parte dei governi avesse sostenuto la necessità di più rigidi controlli sul commercio internazionale di armi leggere e di piccolo calibro, determinante è stata la contrarietà alla trattativa su alcuni punti chiave manifestata da alcuni Stati, tra i quali Usa, Cuba, India, Iran, Israele e Pakistan. «Il mondo è stato tenuto in ostaggio da una piccola minoranza di Paesi. Durante le due settimane in cui si è svolta la Conferenza, le armi di piccolo calibro hanno ucciso 12.000 persone. Le vittime sono state tradite e uccise», ha dichiarato Anna Macdonald, responsabile della campagna Control arms per Oxfam International. La campagna Control arms porterà la sua richiesta di più rigorosi controlli sulle armi all’Assemblea generale dell’Onu di ottobre. In quell’assise, le decisioni sono spesso sottoposte a votazione a maggioranza e ciò significa che una piccola minoranza di Paesi non può bloccarle. Alcuni governi hanno già dichiarato che intendono presentare una risoluzione al primo Comitato dell’Assemblea generale, in cui si chiede l’apertura di negoziati su un Trattato sul commercio di armi, legalmente vincolante. «Il mondo ha disperatamente bisogno di un Trattato, forte e applicato in modo efficace, per fermare l’attuale flusso di armi verso chi si rende responsabile di gravi abusi dei diritti umani», ha sottolineato Brian Wood, responsabile della ricerca sul commercio di armi per Amnesty International.