Non passa l’emendamento Pini

L’emendamento proposto dall’onorevole Pini sull’adeguamento dei tempi di caccia alla normativa comunitaria, che avrebbe consentito il superamento degli attuali limiti della stagione venatoria, non è stato approvato. Ne ha dato notizia, tra i primi, il quotidiano la Repubblica, che così ha commentato: “Anche stavolta, con i riflettori dell’opinione pubblica puntati addosso, i parlamentari della maggioranza non se la sono sentita di approvare un codicillo – inserito all… L’emendamento proposto dall’onorevole Pini sull’adeguamento dei tempi di caccia alla normativa comunitaria, che avrebbe consentito il superamento degli attuali limiti della stagione venatoria, non è stato approvato. Ne ha dato notizia, tra i primi, il quotidiano la Repubblica, che così ha commentato: “Anche stavolta, con i riflettori dell’opinione pubblica puntati addosso, i parlamentari della maggioranza non se la sono sentita di approvare un codicillo – inserito all’ ultimo momento nella legge comunitaria – che cassava la definizione precisa dei confini della stagione venatoria (primo settembre – 31 gennaio) sostituendola con una formula generica che avrebbe aperto le porte ad altre deroghe”. In compenso, nel corso della discussione sulla legge comunitaria 2009, il presidente dell’Intergruppo amici del tiro, della caccia e della pesca Luciano Rossi e l’onorevole Gianluca Pini hanno sottoscritto e fatto approvare dal Ministro Ronchi un ordine del giorno sull’adeguamento della normativa italiana a quella comunitaria in tema di fauna selvatica (Direttiva Uccelli 79/409/Cee). Tale intervento impegna il Governo a ordinare nel migliore dei modi la materia, evitando sanzioni da parte dell’Ue, intervenendo sull’argomento in primis presso la Commissione Ambiente del Senato, dove è in corso la revisione della legge 157/92, che vede come relatore il Sen. Franco Orsi. [

] Di seguito il testo integrale dell’Ordine del Giorno sottoscritto dai deputati Rossi e Pini e approvato dal Governo: La Camera, premesso che: negli ultimi 17 anni la caccia ha perso una delle sue funzioni fondamentali, vale a dire quella del riequilibrio delle specie animali, con particolare riferimento al contenimento di alcune specie il cui impatto negativo sulle produzioni agricole si fa sentire ogni anno; nessuno è mai riuscito a realizzare queste azioni di riequilibrio senza la caccia, ed è a questo scopo principale che serve l’attività venatoria in ogni parte del Mondo: tranne che nel nostro Paese; in Italia assistiamo al proliferare dei corvidi, con il conseguente declino delle specie di piccoli volatili che si riproducono dalle nostre parti, con particolare riferimento alle zone di nidificazione presso le foci dei fiumi; molte di queste specie non sono mai state cacciate in Italia, eppure sono a rischio; tutta l’Europa ha adeguato le proprie normative sulla caccia per consentirle di svolgere la sua funzione: eppure, in Italia si continuano a recepire le direttive CEE in materia venatoria soltanto quando c’è da togliere ai cacciatori, mai quando c’è da concedere loro qualcosa; appare indifferibile che il legislatore si adoperi, per mantenere o adeguare le popolazioni delle specie di uccelli di cui all’articolo 1 della direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, ad un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali, tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative secondo i dettami della «Guida alla disciplina della caccia nell’ambito della direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici» della Commissione europea quale documento di orientamento relativo alla caccia per un prelievo praticato in forma sostenibile, a norma della direttiva 79/409/CEE del Consiglio e delle modifiche in prosieguo proposte, nel rispetto del testo della direttiva e dei principi generali sui quali si basa la legislazione comunitaria nella specifica materia; il ministro per le politiche europee, di concerto con i ministri interessati, trasmetta alla Commissione europea tutte le informazioni a questa utili al fine di coordinare le ricerche e i lavori riguardanti la protezione, la gestione e l’utilizzazione delle specie di uccelli di cui all’articolo 1 della direttiva 79/409/CEE, nonché quelle sull’applicazione pratica della presente legge, limitatamente a quanto previsto dalla direttiva 79/409/CEE; è in corso presso il Senato l’esame di un provvedimento in materia di attività venatorie, impegna il Governo ad adottare tempestivamente ulteriori iniziative normative che contenga oltre quanto esposto in premessa norme necessarie che rispondono infatti a esigenze urgenti di adeguamento della normativa nazionale all’ordinamento comunitario in materia, essendovi procedure di infrazioni aperte che potrebbero costare allo Stato italiano centinaia di milioni di euro di multa. 9/2449-A/8.Pini, Luciano Rossi.