Mangusta… dal mare

Personale del centro sperimentale volo (Csv) dell’aeronautica militare, dell’aviazione dell’esercito e della marina militare, ha completato con successo le prove sperimentali degli elicotteri da esplorazione e scorta dell’esercito italiano Mangusta Aw-129 versioni C e D, per il conseguimento della capacità di operare da unità navali

Personale del centro sperimentale volo (Csv) dell'aeronautica militare, congiuntamente a personale dell'aviazione dell'esercito e della marina militare, ha completato con successo la campagna di prove sperimentali degli elicotteri da esplorazione e scorta dell'esercito italiano Mangusta Aw-129 versioni C e D, per il conseguimento della capacità di operare in maniera standardizzata da unità navali. La sperimentazione ha seguito la specifica direttiva sulle attività di Cto interforze dello Stato maggiore difesa.

La prima parte dell'attività sperimentale è stata eseguita in volo su terra (land-trials, Viterbo, giugno 2015) e, solo una volta raccolte le evidenze necessarie per proseguire l'attività in sicurezza, le successive prove sono state condotte in volo decollando da Nave Garibaldi (sea-trials, luglio 2015 e febbraio 2016), dapprima in arco diurno e poi in ambiente notturno, con e senza l'ausilio di Night vision devices (Nvd’s).

Tutti gli obiettivi pianificati per conseguire la capacità di interoperabilità da bordo sono stati raggiunti garantendo la definizione di inviluppi in cui è possibile effettuare in sicurezza decolli e appontaggi da nave Garibaldi, anche in collaborazione con il Reparto armamento dello stesso Centro per alcuni aspetti tecnici della compatibilità elettromagnetica del munizionamento dell'elicottero.

Si tratta di validazioni soprattutto per la più recente versione del Mangusta come l’Aw 129 D (Delta), versione potenziata con nuova dotazione optronica come la “sfera” Rafael Toplite III con Flir di 3a generazione e laser di designazione bersagli, missili aria-terra Spike-Er (Extended range) a guida elettro-ottica e con portata di 8 chilometri. Il missile in questa variante, ha duplice modalità di lancio: fire & forget (lancia e dimentica, con aggancio automatico del bersaglio) e fire, observe & update che tramite il collegamento in fibra ottica al missile, permette all’operatore di scegliere un preciso punto di impatto guidandolo con il joystick oppure, cambiare rotta verso un bersaglio improvviso e più pagante. Completa l’armamento, il cannone a tre canne rotanti Oto Melara Tm197B calibro 20×102 millimetri con rateo di fuoco di 750/1.500 colpi/minuto e riserva di 500 colpi.

Non si tratta però di una novità assoluta in quanto l’aviazione dell’esercito aveva già impiegato i Mangusta a bordo della Garibaldi nelle operazioni in Somalia del 1994/95. Negli interventi in Libia nel 2011 durante l’operazione “Unified protector”, anche francesi e inglesi impiegarono gli elicotteri d’attacco Apache e Tiger da bordo delle portaelicotteri da assalto anfibio Ocean e Mistral.

Analoga opportunità, potrebbe adesso essere sfruttata dalle navi Garibaldi o Cavour una volta posizionate al largo delle coste libiche, a protezione di eventuali assetti italiani che dovessero intervenire in quel teatro.