L’emendamento alla 157/92 ritirato anche alla Camera

Nel corso della seduta della Camera sul recepimento della Legge comunitaria, l’articolo 16 che proponeva le modifiche alla 157, con gli emendamenti presentati dalla Lega Nord per recuperare i contenuti del testo approvato al Senato, è stato per il momento accantonato, su proposta dello stesso relatore on Gianluca Pini (Lega Nord). La decisione è stata presa a seguito delle proteste provenienti dall’opposizione e di un intervento di un esponente del Pdl (Catanoso), c… Nel corso della seduta della Camera sul recepimento della Legge comunitaria, l’articolo 16 che proponeva le modifiche alla 157, con gli emendamenti presentati dalla Lega Nord per recuperare i contenuti del testo approvato al Senato, è stato per il momento accantonato, su proposta dello stesso relatore on Gianluca Pini (Lega Nord). La decisione è stata presa a seguito delle proteste provenienti dall’opposizione e di un intervento di un esponente del Pdl (Catanoso), che invitava a ritirare tutti gli emendamenti, per ritornare al testo approvato in Commissione agricoltura. Al senato, con un emendamento di due esponenti del Pdl era stato inserito l’articolo 16, con cui si prevedeva l’adozione della Guida interpretativa della Direttiva europea “uccelli”, si chiedeva un riequilibrio delle sanzioni in funzione della gravità relativa dei reati, si richiamavano le disposizioni comunitarie in relazione ai periodi di caccia e alle specie cacciabili, senza peraltro andare a intaccare sull’impianto generale della direttiva Cee. Gli anticaccia hanno invece accusato il provvedimento di voler introdurre una caccia senza limiti, causandone lo stop che si è reiterato alla camera. Immediato il commento di Susanna Cenni (Pd): «Meglio nessun articolo 16 che un articolo 16 pessimo, confuso e che poteva peggiorare la nostra situazione con Bruxelles. Il Pd avrebbe sostenuto la proposta uscita in Commissione, una proposta equilibrata e correttiva del pasticcio operato al Senato. Si è voluto esagerare con gli emendamenti presentati dalla Lega e oggi sono esplose le contraddizioni in seno alla maggioranza. Adesso resta aperta la nostra pesante situazione di infrazione, cui ci auguriamo il governo ponga velocemente rimedio. Quanto alla legge sulla caccia diciamo no a ogni modifica frutto di colpi di mano. Ora si riparte dalla Legge 157/92. Ci auguriamo che, con oggi, sia tramontata la voglia di procedere a senso unico. Senza ascolto e senza confronto si rischia solo di sbattere contro un muro». «Le responsabilità», è stato il commento di Arcicaccia, «sono da ricercare in quei politici, che pur consapevoli di essere minoritari in Parlamento e nel Paese, continuano a utilizzare la caccia per ragioni propagandistiche e strumentali sulla pelle dei cacciatori italiani. Ciò che è grave è il permanere dell’assenza di certezza di diritto, poiché permangono i procedimenti di infrazione dell’Unione europa nei confronti dell’Italia che, ad oggi, impediscono, tra l’altro, una regolamentazione corretta del prelievo venatorio in deroga». “L’art. 16 della legge comunitaria”, ha commentato l’Anuu, “non ha avuto fortuna alla Camera, finendo stralciato dal disegno di legge complessivo. Ancora una volta, una chiara svolta in senso europeo è rimasta al palo quando il risultato già si intravedeva, a causa del can can mediatico e di certi gruppi politici, insieme alla colpevole incapacità del mondo venatorio di coagularsi efficacemente, nonostante i ripetuti inviti lanciati non solo dall’ Anuu ma anche da tanti, tanti cacciatori. Ma questo non basta a spiegare l’ insuccesso, perché una parte di zampino ce l’ha messa anche il Pdl. Basta leggersi il resoconto dei lavori per trovare, in più di un passaggio, gli applausi provenienti dai banchi di questo partito, mischiati a quelli del Pd e dell’Italia dei Valori (i quali, come chiunque può ben immaginare, non si spellavano certamente le mani in senso a noi favorevole…). Ciò è scandaloso e inaccettabile, soprattutto in relazione alle promesse a favore della caccia elargite a piene mani nella campagna elettorale dello scorso anno. Promesse che, anche in questo frangente, sono state totalmente disattese. Unica eccezione la Lega Nord, che ha dimostrato coerenza e linearità rispetto alle promesse di cui sopra, anche se, nell’individuazione del relatore in Commissione e in Aula, ha dimostrato di affidarsi a mani non troppo preparate a questi dibattiti parlamentari”. “Molti hanno scambiato questa decisione per una definitiva sconfitta”, è stato il commento del Cncn. “Molti altri (fra i quali anche alcuni deputati della maggioranza, oltre al solito schieramento misto dei più irriducibili anticaccia) hanno gioito talvolta anche in maniera sguaiata. La realtà invece è un’altra. Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, e il vicepresidente vicario, Gaetano Quagliariello, con un comunicato stampa hanno precisato l’esatto valore di questa decisione, esortando i cacciatori e agli agricoltori a non dimenticare che il testo sarebbe uscito dal Parlamento se la maggioranza fosse stata ancora quella di centrosinistra. Il Cncn, pertanto, esorta i principali responsabili della compagine governativa affinché non deludano, ancora una volta e in maniera del tutto incomprensibile, le legittime aspettative della maggioranza dei cacciatori italiani e della stragrande maggioranza degli agricoltori, che tanta fiducia hanno riposto in loro, e si aspetta un coerente e risolutivo intervento da parte del Governo alla ripresa dei lavori sulla riforma della legge 157/92”.