L’Arcicaccia scrive ai partiti politici

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che Osvaldo Veneziano, presidente di Arcicaccia, ha scritto ai partiti politici in vista delle elezioni regionali.

On. Silvio Berlusconi
Presidente Il Popolo della Libertà
On. Pierluigi Bersani
Segretario Partito Democratico
On. Umberto Bossi
Segretario Lega Nord Padania
On. Lorenzo Cesa
Segretario UDC
On. Antonio Di Pietro
Presidente Italia dei Valori

Onorevoli Presidenti, Onorevoli Segretari,
Il 28 e 29 marzo si torna a votare.

Nei prossimi giorni riceveremo una serie di “lettere elettorali” di candidati che inizieranno con “Caro amico cacciatore….”. Saranno accompagnate anche da foto degli autori vestiti in costosi abbigliamenti country, con cani, fucili e bigliettini del candidato abbinato a foto di “uccelli”, magari non cacciabili. Ci diranno che, se eletti, ci sarà da cacciare di tutto e di più.

Questo “rito” si ripropone da decenni, ad ogni tornata elettorale.

Siamo stanchi di questa ridicola e anche disonesta pubblicità ingannevole. E’ tempo di chiudere definitivamente con questo metodo.

Siamo consapevoli di essere una minoranza (anche un po’ attempata) ma rifuggiamo da qualsivoglia tentazione minoritaria che alcuni rappresentanti politici, eletti ai vari livelli, maldestramente e, ormai, noiosamente ci ripropongono.

E’ deplorevole ascoltare incitazioni da parte di coloro che auspicano la pacificazione sociale e che aizzano allo scontro le “corporazioni”, provocando ulteriori problemi a questo Paese. Non ultimo episodio, quello di certi “furbetti” del centrodestra che, con un blitz, così come dichiarato dal ministro Prestigiacomo, hanno voluto introdurre, al Senato, nella legge “Comunitaria” un articolo incostituzionale, ambiguo, lesivo delle competenze dello Stato in materia di tutela e conservazione delle specie selvatiche.

Il Governo ha annunciato che, alla Camera dei Deputati, si porrà rimedio alla “furbizia”; ci auguriamo che si approvi presto un testo che non riproponga dubbi di costituzionalità e ripristini certezza di diritto, anche al fine di eliminare quelle tentazioni degli ultras del mondo venatorio che, alla fine, non potranno che riportarci ai, già vissuti, tempi dei Referendum anticaccia.

Nel 1992 il Parlamento, intercettando il pensiero degli elettori (espressosi anche con un Referendum che non raggiunse il quorum – ma al quale parteciparono oltre 18.000.000 votanti), ha scritto le norme in vigore che hanno dettato i tempi, i luoghi, le specie per una caccia conservativa. Il confronto tra le parti più interessate, da allora, è rimasto nell’alveo di un civile contraddittorio tra culture anche profondamente diverse come nel mondo intero, perché la caccia è “una cosa del mondo”.

Alla luce dell’esperienza, intendiamo invitare tutte le parti politiche alla coerenza e all’onestà di comportamento, ricordando criticamente quanti, da posizioni animaliste estreme, oggi come ieri, giunti al Governo del Paese, delle Regioni e delle Province (e tra questi, ma non solo, i “Verdi”, divenuti Assessori all’ambiente o all’agricoltura), hanno poi gestito il rapporto con i cacciatori, abbandonando ogni demagogia, adottando, a volte, comportamenti non molto diversi dai “sedicenti amici della caccia”.

Allo sterile dibattito CACCIA SI, CACCIA NO – che sarebbe riproposto dalla presenza di rappresentanti delle posizioni più integraliste dell’animalismo nelle liste – occorre sostituire quello su come l’attività venatoria debba essere sempre più al servizio del Paese e della natura.

Illustri Onorevoli non inseguiremo i sedicenti “amici” delle “letterine” elettorali. Noi, anzi, vi chiediamo un intervento di “igiene ambientale ed anche morale” in materia di attività venatoria: non mettete nelle liste quanti hanno già amministrato e fatto “mala-politica”, in questa materia, promuovendo divisioni e polemiche per inseguire il facile e demagogico consenso tra i cacciatori o tra gli “anticaccia”. Basta con il cattivo uso di risorse pubbliche da parte di Amministratori che hanno ignorato la gestione faunistica e non investito nella valorizzazione dell’ambiente naturale.

Noi vogliamo concorrere fattivamente affinchè il 2010, anno internazionale dedicato alla Biodiversità, veda in Italia le energie e le risorse impegnate nell’obiettivo prioritario di tutelare ed arricchire il patrimonio faunistico. Le regole le ha dettate da tempo il mondo scientifico e noi vogliamo bandire dai nostri comportamenti quelle manipolazioni che il Paese paga con procedure d’infrazione e condanne da parte dell’Unione Europea. Riteniamo che debbano avere pieno riconoscimento gli agricoltori, mediante sostegni economici per i ripristini ambientali, per la prevenzione e per il risarcimento dei danni derivanti dalla presenza eccessiva, in particolare di ungulati, in alcune aree del Paese.

Per l’attività venatoria, quando correttamente organizzata e praticata, chiediamo rispetto, consapevoli dei limiti invalicabili fissati da norme rivolte alla tutela dell’interesse comune che noi apprezziamo.

Non propinate né a noi, né ad altri “specchietti per le allodole” per attirare facili adesioni dell’uno o dell’altro degli schieramenti. Confidiamo in programmi non “interpretabili” affinché: candidati, liste, coalizioni, partiti e quanti andranno alle urne respingano consapevolmente le strumentalizzazioni, le forzature non realizzabili indotte dagli estremismi inconcludenti e dannosi.

Se la materia venatoria verrà sottratta alla propaganda elettorale, la politica potrà accompagnare un nuovo percorso volto a garantire una sintesi virtuosa tra tutela della fauna e caccia sostenibile, mirando a migliorie possibili e ampiamente condivise dalla società. Ne trarrà vantaggio la bella campagna italiana e, forse, anche la politica alla quale, di nuovo, potremo sentirci orgogliosi di partecipare.

Distinti saluti

Il Presidente Arci Caccia
Osvaldo Veneziano