L’Air force ammette di non aver informato l’Fbi

Le autorità militari dell'aeronautica americana hanno pubblicamente ammesso di essersi "dimenticate" di informare l'Fbi sui gravi precedenti penali dell'autore della strage di Sutherland springs. Precedenti che gli avrebbero impedito di acquistare legalmente armi Devin Kelley, l’autore della strage a Sutherland springs, in Texas, ha potuto acquistare legalmente armi grazie… a una svista dell’Air force. Kelley, infatti, oltre a essere stato processato e condannato mentre era militare in aeronautica, per aver minacciato e aggredito la moglie e il figlio, è risultato anche essere evaso da un istituto di igiene mentale nel 2012, sempre durante il suo periodo di servizio. Era stato ricoverato per aver rivolto minacce ai suoi superiori e tentato di far entrare clandestinamente armi da fuoco nella base in cui prestava servizio. Le autorità militari dell’Air force, in particolare, hanno ufficialmente ammesso di non aver informato l’Fbi della condanna per le violenze domestiche, che avrebbero quindi impedito al killer di superare il “background check” previsto per l’acquisto di armi in armeria.
«Le informazioni preliminari mostrano che il reato di violenze domestiche di Kelley non era stato inserito nel National Criminal Information Center» ha riferito in un comunicato la portavoce dell’Air Force, Ann Stefanek, precisando l’apertura di un’inchiesta per accertare se altre condanne avrebbero potuto passare attraverso il sistema di iscrizione nel registro dei criminali.
Una direttiva del Pentagono ordina tuttavia al personale del ministero di comunicare all’Fbi tutte le condanne da parte di una corte marziale per la sua inclusione nei registri del Ncic. Kelley era stato condannato a 12 mesi di detenzione nel carcere militare di Miramar, vicino a San Diego, in California, e liberato nel 2014. Era stato cacciato dall’aviazione per cattiva condotta e retrocesso dal grado di caporale a soldato semplice. Secondo la legge federale, non avrebbe potuto acquistare o possedere un’arma da fuoco dopo la condanna, ha precisato la portavoce. L’Air Force nel gennaio 2013 aveva rilasciato un documento dettagliando i motivi della condanna di Devin Patrick Kelley: era stato giudicato colpevole di aver picchiato la moglie più volte tra il giugno 2011 e l’aprile 2012 con schiaffi e calci, e per aver tentato di strangolarla.
L’autopsia sul corpo del killer ha evidenziato tre ferite da arma da fuoco, compreso un colpo alla testa che il killer si è sparato quando ha capito che la sua fuga era finita. Gli altri due proiettili gli sono stati sparati da un cittadino armato che ha tentato di fermare il massacro.