L’Afghanistan di Obama somiglia a quello di Bush

Malgrado i proclami della campagna elettorale, i metodi di conduzione di Barack Obama delle operazioni militari in Afghanistan sembrano sempre più simili a quelli, tanto deprecati dalla stampa interna e internazionale, dell’ex presidente Bush. Se, infatti, da un lato c’è un volto nuovo a capo delle operazioni nell’area (il generale Stanley McChrystal, subentrato a David McKiernan), l’afflusso di soldati non si è affatto ridotto: arriveranno presto a quota 68 mila,… Malgrado i proclami della campagna elettorale, i metodi di conduzione di Barack Obama delle operazioni militari in Afghanistan sembrano sempre più simili a quelli, tanto deprecati dalla stampa interna e internazionale, dell’ex presidente Bush. Se, infatti, da un lato c’è un volto nuovo a capo delle operazioni nell’area (il generale Stanley McChrystal, subentrato a David McKiernan), l’afflusso di soldati non si è affatto ridotto: arriveranno presto a quota 68 mila, grazie all’afflusso dei rinforzi previsti dall’uscente Bush e confermati da Obama. Anzi, a Washington già si scommette su un’ulteriore richiesta di McChrystal, da un minimo di 10-15 mila uomini a un massimo di 45 mila. Per evitare problemi politici, si sta valutando l’ipotesi di ricorrere a contractor, da impiegare non solo in compiti logistici e di supporto, ma anche in compiti di combattimento. Un recente rapporto del centro ricerche del Congresso ha dimostrato che ancora lo scorso marzo ci fossero in Afghanistan più contractor che soldati regolari e la situazione potrebbe “sbilanciarsi” ulteriormente.