In Lombardia si uccide il doppio che in Sicilia

Il rapporto Eures-Ansa sugli omicidi volontari in Italia presenta numerosi aspetti interessanti: il totale del 2008 è in calo del 3,1 per cento rispetto al 2007 (611 episodi in tutto), il contesto più a rischio risulta la famiglia (171 omicidi), mentre la criminalità comune uccide più dellle mafie (135 episodi contro 128). Anche la geografia degli omicidi è in fase di cambiamento: calano gli episodi in Campania (111 contro i 153 del 2007, ma la regione è ancora prima … Il rapporto Eures-Ansa sugli omicidi volontari in Italia presenta numerosi aspetti interessanti: il totale del 2008 è in calo del 3,1 per cento rispetto al 2007 (611 episodi in tutto), il contesto più a rischio risulta la famiglia (171 omicidi), mentre la criminalità comune uccide più dellle mafie (135 episodi contro 128). Anche la geografia degli omicidi è in fase di cambiamento: calano gli episodi in Campania (111 contro i 153 del 2007, ma la regione è ancora prima in classifica per valore assoluto), mentre si è avuta una forte crescita nelle regioni del Centro (97 casi contro 80) e del Nord (194 casi contro 187). Il Meridione è, però, ancora l’area con più alto rischio di uccisioni, con 1,5 casi per 100 mila abitanti. Guida la classifica assoluta la Calabria, con 3,8 casi per 100 mila abitanti, seguita da Sardegna e Campania. In termini assoluti, dietro la Campania c’è subito la Lombardia (80 casi): secondo il rapporto, il motivo di quest’ultimo dato è dovuto sia alla densità abitativa della regione, sia alla criminalità di importazione, costituita da clan del Sud o gruppi immigrati. Il 2008 è anche l’anno in cui la criminalità organizzata ha fatto meno vittime degli ultimi trent’anni, mentre le vittime della criminalità comune sono aumentate del 25,7 per cento. Un terzo delle vittime della criminalità comune sono state uccise nel corso di una rapina o di un furto, i pensionati sono le principali vittime, seguiti da operai e braccianti. Ma il principale luogo in cui si uccide è la casa famigliare: gli omicidi in famiglia sono compiuti per un terzo dal coniuge o convivente, per un quarto da genitori o figli. Il movente passionale è il prevalente, seguono litigi e dissapori.