Il Cncn mette le mani avanti

Per evitare le consuete strumentalizzazioni all’indomani della conclusione della stagione di caccia, il Comitato nazionale caccia e natura (Cncn) ha commissionato uno studio sulle vittime della caccia. Il numero di vittime connesso all’attività venatoria in modo diretto è in costante calo, per fortuna, negli ultimi anni, e per la passata stagione ammonta a 15 persone. Oltre a queste, però, il Cncn segnala altre 19 morti che potrebbero essere strumentalizzate in funz… Per evitare le consuete strumentalizzazioni all’indomani della conclusione della stagione di caccia, il Comitato nazionale caccia e natura (Cncn) ha commissionato uno studio sulle vittime della caccia. Il numero di vittime connesso all’attività venatoria in modo diretto è in costante calo, per fortuna, negli ultimi anni, e per la passata stagione ammonta a 15 persone. Oltre a queste, però, il Cncn segnala altre 19 morti che potrebbero essere strumentalizzate in funzione del fatto che le vittime avevano la licenza di caccia, anche se in 14 casi il decesso è stato determinato da infarto, in 2 da cadute dalla barca in laguna, in uno da incidente automobilistico e in due da cadute in montagna. Naturalmente sarà fatto ogni sforzo per ridurre ulteriormente il bilancio di vittime dell’attività venatoria, tuttavia non si può evitare di notare come la caccia sia in assoluto l’attività più sicura nell’ambito dell’outdoor. Tanto per fare un esempio, nello stesso periodo di tempo, tra i cercatori di funghi i decessi sono stati ben 37 (ai quali si aggiungono 10 tra malori o incidenti) e addirittura 60 tra gli escursionisti (più 8 infarti e 3 colpiti da un fulmine). “Ma se è scorretto manipolare per il proprio tornaconto ideologico dei dati obiettivi”, si legge nel comunicato Cncn, “altrettando sleale è tacere o nascondere che esistono sport come il Tiro a volo e il Tiro a segno che, per il solo fatto di essere esercitati con le armi, troppo spesso si tenta di far passare per pericolosi. Dimenticando, invece, che nel corso del 2005 tali pratiche sportive non hanno fatto registrare incidenti di sorta, pur essendo praticati da un grandissimo numero di appassionati e atleti. Concludendo, se è vero che “di caccia si muore”, come si afferma in un sito web dalla fama sicuramente immeritata, è altrettanto vero che si muore di nuoto, di escursionismo, di ricerca di funghi, di sci e di alpinismo”.