I soldati Usa consumano troppe munizioni

I conflitti in Afghanistan e Iraq sembra che abbiano fatto lievitare a dismisura i consumi di munizioni per armi leggere dell’esercito Usa: il fabbisogno è oggi di 1,8 miliardi di colpi all’anno, più del doppio rispetto a cinque anni fa. “Il dipartimento della difesa”, ha dichiarato il General accounting office, “ha aumentato le richieste di munizioni di piccolo e medio calibro, a causa negli aumentati consumi per l’addestramento dettati dalla trasformazione del… I conflitti in Afghanistan e Iraq sembra che abbiano fatto lievitare a dismisura i consumi di munizioni per armi leggere dell’esercito Usa: il fabbisogno è oggi di 1,8 miliardi di colpi all’anno, più del doppio rispetto a cinque anni fa. “Il dipartimento della difesa”, ha dichiarato il General accounting office, “ha aumentato le richieste di munizioni di piccolo e medio calibro, a causa negli aumentati consumi per l’addestramento dettati dalla trasformazione dell’esercito in una forza molto più operativa, in seguito agli attacchi dell’11 settembre 2001, e all’impegno delle truppe in Iraq e Afghanistan”. Considerando che il consumo di munizioni tra il 2002 e il 2005 è stato di oltre sei miliardi di colpi, la media è di 250-300 mila colpi per ogni singolo ribelle ucciso in Iraq o Afghanistan. Il risultato? Secondo quanto riferisce “The indipendent”, le capacità produttive statunitensi non riescono a star dietro alla domanda, quindi ci si deve rivolgere all’industria privata e non solo americana. Infatti, oltre a un contratto con la Winchester, il Pentagono si è rivolto alla israeliana Imi, con un contratto per 313 milioni di colpi assortiti tra 5,56 mm, 7,62 mm e .50 Bmg.