Gay sempre più integrati nell’esercito britannico

Un soldato gay in copertina, accanto alla scritta “Pride”, ovvero “Orgoglio”: dopo quasi un decennio dall’abolizione del divieto agli omosessuali di far parte delle forze armate del Regno Unito, Soldier, la rivista ufficiale dell’esercito, ha dedicato la sua “cover story” a un militare apertamente gay, James Wharton, fotografato in uniforme con la medaglia conquistata in Iraq. Un segnale di svolta epocale per le forze armate britanniche che, secondo quanto rip… Un soldato gay in copertina, accanto alla scritta “Pride”, ovvero “Orgoglio”: dopo quasi un decennio dall’abolizione del divieto agli omosessuali di far parte delle forze armate del Regno Unito, Soldier, la rivista ufficiale dell’esercito, ha dedicato la sua “cover story” a un militare apertamente gay, James Wharton, fotografato in uniforme con la medaglia conquistata in Iraq. Un segnale di svolta epocale per le forze armate britanniche che, secondo quanto riporta l’Independent, dall’abolizione al divieto agli omosessuali entrata in vigore nel gennaio del 2000, hanno fatto passi da gigante nella lotta contro la discriminazione. Anziché temere di essere radiati se scoperti, oggi i soldati e le soldatesse omosessuali possono marciare in uniforme al Gay pride e il capo delle forze armate, sir Richard Dannatt, qualche mese fa per la prima volta nella storia ha fatto un intervento nell’ambito di un convegno di lesbiche, gay, bisessuali e transgender. «Il rispetto per gli altri non è un’opzione extra», ha dichiarato il generale nel suo discorso. Oltre ad accettare la presenza di omosessuali e lesbiche nelle proprie file, le gerarchie militari hanno attivamente promosso il loro reclutamento, mettendo annunci sulle riviste gay e cercando di relazionarsi con una comunità che fino a qualche tempo fa le trattava con sospetto. E molti appartenenti alle forze armate oggi compaiono nella “lista rosa” dell’Independent dei personaggi gay e lesbiche più influenti del Regno. Tra questi vi è Mark Abrahams, l’ufficiale gay di più alto grado dell’Aeronautica promosso questo mese al grado di “Wing Commander”, il quale ha dichiarato: «L’attitudine della Raf alle questioni lesbiche, gay, bisessuali e transgender è cambiata immensamente negli ultimi cinque o sei anni. La gente viene giudicata e valutata per la sua capacità di portare avanti il lavoro e per il suo contributo alla squadra. Ala fine, quando la gente riesce a essere se stessa riesce anche a dare il meglio». La transizione da istituzione prevalentemente omofoba a organizzazione aperta a ogni orientamento sessuale non è stata però priva di ostacoli: lo scorso anno il ministero della Difesa ha dovuto sborsare un risarcimento da 190.000 sterline a una soldatessa lesbica che sosteneva di essere stata presa di mira dai colleghi. «Mentirei se dicessi che il bullismo in questo senso è scomparso, ma è decisamente minore rispetto alle molestie a sfondo razziale o sessuale», ha dichiarato il colonnello Colin Bulleid della divisione dell’esercito che si occupa delle politiche di uguaglianza e diversità, aggiungendo: «Un’ondata apertamente omofoba non c’è stata. Occasionalmente c’è qualche idiota che si comporta in maniera non appropriata, ma viene punito appena viene scoperto. Abbiamo un buon sistema per le lamentele».