Fine del Tav?

Pare che al ministero vogliano fortemente limitare il Porto di fucile per uso Tiro a volo. Le ricadute sarebbero pericolosissime. E oltre 370 mila italiani ed elettori ne resterebbero oltremodo frustrati.

Da fonti vicine ai massimi gradi del ministero dell’Interno abbiamo appreso che il governo vuole ridurre il numero delle licenze di porto d’arma. E la scelta sarebbe quella di colpire il Porto di fucile per uso Tiro a volo, rilasciato a quanto pare a troppi italiani, circa 400 mila. Sembra si voglia che con esso sia possibile acquistare, trasportare e detenere soltanto fucili a canna liscia a due colpi. Non è dato di sapere se sia previsto un qualche genere di “correttivo”, ma la notizia è drammatica.

A stare larghi i praticanti del Tiro a volo sono 30 mila, dunque 370 mila appassionati e tiratori sportivi si ritroverebbero nell’incresciosa situazione di dover  trovare una qualsiasi altra formula per praticare le attività preferite. Ma un altro genere di licenza decisamente non esiste.

 

SAREBBE LA MORTE DEL SETTORE.

LA FINE PER:

1. TIRO A SEGNO AMATORIALE

2. TIRO DINAMICO

3. TIRO A LUNGA DISTANZA

4. TIRO DIFENSIVO

5. TIRO ACTION

6. TIRO WESTERN

 

CON GRAVISSIME RIPERCUSSIONI SU:

1. SEZIONI TSN e POLIGONI PRIVATI

2. IMPORTATORI e DISTRIBUTORI

3. PRODUTTORI DI ARMI, OTTICHE e ACCESSORI

4. ARMERIE

 

Lo sentiamo dire da troppo tempo. C’è un “espediente” o un “trucco” usato per armarsi: il Porto di fucile per uso Tiro a volo! Lungi da analisi statistiche che darebbero torto ai solerti funzionari ministeriali e a qualche politicante in cerca di visibilità, il “teorema” è facile. Persino Fabio Tonacci di la Repubblica è riuscito a farlo: "sono cresciute le licenze per uso sportivo. È il dato da cui siamo partiti: 397.384 oggi, nel 187.000 nel 2007". Un risultato che, in pratica, rappresenta il "trucco" (parole loro…) grazie al quale l'Italia intera potrebbe armarsi impunemente. Lo sanno al ministero, per esempio, che per sostenere concorsi pubblici per le forze armate o per la polizia, la licenza di porto d’arma (qualsivoglia) dà diritto anche a un punto in più? Quanti giovani italiani l’avranno fatto per cercare di ottenere un posto di lavoro?

Ora, considerando che i requisiti e gli adempimenti richiesti per il rilascio di un porto d'armi per Tiro a volo, di un nulla osta e di un Porto di fucile per uso caccia sono esattamente i medesimi (a parte il fatto che per andare a caccia bisogna superare un esame sul riconoscimento della fauna, che però poco ha a che fare con l'ordine pubblico…), non si capisce davvero in cosa debba consistere il "trucco" che consenta agli appassionati di "armarsi". Semmai, il problema ancora una volta è che i presidi che la legge già dispone per evitare il verificarsi di situazioni limite come queste, non hanno funzionato. In pratica, chi era preposto a vigilare non l'ha fatto.

Le licenze di Porto di fucile per uso caccia sono circa 700 mila, ma erano addirittura 884.953 nel 2002, con un calo cioè quasi del 21%. Dove se ne sono andati quei quasi 200 mila cacciatori in 10 anni? C’è stato senz’altro un calo fisiologico legato all’età e alla disaffezione: la caccia è costosa e subisce ogni anno tasse e gabelle, senza contare che i cacciatori ogni anno si vedono maltrattati e vilipesi e con la stagione sempre più sforbiciata dai ricorsi. Ma contestualmente sono cresciute le licenze di Porto di fucile per uso Tiro a volo: 397.384 nel 2014, sostanzialmente con un leggero incremento dal 2012, mentre nel 2002 erano appena 127.187. È questa una licenza praticamente non onerosa, dunque tra i cittadini che l’hanno ottenuta ci sono senz’altro i praticanti del Tiro a segno, ma anche senz’altro i cacciatori “sfiduciati” che per poche battute di caccia all’anno non se la sentono di spendere tanto, ma continuano a utilizzare le loro armi. Poi c’è da considerare che la licenza di Porto di fucile per uso Tiro a volo è stata “sdoganata” dalla famosa e mai tanto benedetta circolare del 1998. Da quella circolare è stato chiarito che con entrambi i porti di fucile si possono acquistare gli stessi tipi di armi, come era del tutto logico. Dunque, tra i titolari, forse c’è anche qualcuno che prima si avvaleva della scomodissima e limitante “carta verde” (del tutto in disuso), inutilizzabile fuori dalle sezioni Tsn. Già perché in questi anni anche in Italia si sono diffuse discipline sportive che si praticano fuori dal Tsn. Ma è anche fondamentale ricordare che per sostenere concorsi pubblici per le forze armate o per la polizia, la licenza di porto d’arma (qualsivoglia) dà diritto anche a un punto in più. Bizzarro, vero? Ma sapranno al ministero queste cose? Certamente no, più facilmente fanno finta…

Ma lasciatemi un commento che vorrei leggessero al ministero dell’Interno: che sia alta o bassa la “densità" di licenze e di armi in Italia, il numero di reati o di incidenti compiuti con armi legalmente detenute è decisamente minimo, sia in senso assoluto, sia in percentuale. Dal 2002 a oggi. Ecco, questo proprio non mi pare cambiato.