Csaa: non sempre è sbagliato tagliare la coda ai cani

«Il benessere animale ha bisogno di normative certe, ma anche di buon senso»: con queste parole Marco Ciarafoni, presidente del Csaa (Centro sportivo e delle attività per l’ambiente),ha commentato le linee guida del disegno di legge di ratifica della convenzione di Strasburgo sul benessere animale, recentemente approvato dal Consiglio dei ministri e sul quale è già in corso l’iter parlamentare. «Condividiamo buona parte dei contenuti del provvedimento in esame», ha pr… «Il benessere animale ha bisogno di normative certe, ma anche di buon senso»: con queste parole Marco Ciarafoni, presidente del Csaa (Centro sportivo e delle attività per l’ambiente),ha commentato le linee guida del disegno di legge di ratifica della convenzione di Strasburgo sul benessere animale, recentemente approvato dal Consiglio dei ministri e sul quale è già in corso l’iter parlamentare. «Condividiamo buona parte dei contenuti del provvedimento in esame», ha precisato Marco Ciarafoni, «ma segnaliamo la presenza di alcune norme che rischiano di compromettere la salute stessa degli animali. Mi riferisco in particolar modo al divieto assoluto di tagliare la coda ai cani. Esistono alcune razze infatti, che per l’attività che svolgono necessitano della recisione parziale della coda per evitare all’animale gravi patologie, sofferenze o dolorose mutilazioni forzate in età adulta, dovute proprio alle particolari caratteristiche psicologiche e comportamentali di quelle razze di cani. L’amputazione, che oggi avviene a cura di un medico veterinario nella prima settimana di vita, quando la percezione sensoriale del dolore è praticamente nulla, non è dunque un atto crudele e tantomeno conseguenza di una scelta estetica ma una necessità per tutelare il benessere del cane stesso e salvaguardare un patrimonio zootecnico, frutto dell’impegno responsabile e coscienzioso di centinaia e centinaia di allevatori italiani la cui opera è apprezzata in tutto il mondo». «Ci auguriamo», conclude il presidente nazionale del Csaa, «che le Commissioni giustizia e affari esteri della Camera che stanno esaminando il provvedimento, prendano il tempo necessario per approfondire il tema evitando fughe in avanti di stampa ideologico e che il governo integri il disegno di legge con emendamenti concertati con gli enti e le associazioni del settore che, pure per delega dello Stato, si occupano della tenuta dei Libri genealogici delle razze canine. Il Csaa, naturalmente, è disponibile ad offrire la massima collaborazione per giungere alla definizione di un testo equilibrato e rispettoso delle norme europee. In tutta questa vicenda è però inquietante il silenzio del Ministro delle Politiche agricole che finora si è occupato della cinofilia italiana solo per aver voluto imporre decisioni discutibili e di parte».