Caso Rust: Alec Baldwin citato in giudizio dalla famiglia della Hutchins

Matthew e Andros Hutchins, rispettivamente marito e figlio di Halyna Hutchins, la direttrice della fotografia uccisa accidentalmente da Alec Baldwin sul set del film western Rust, hanno deciso di citare in giudizio l’attore e regista. Secondo quanto dichiarato dal loro avvocato, Brian Panish, l’accusa è di omicidio colposo per “comportamento sconsiderato e taglio dei costi”. Secondo i parenti della vittima, infatti, Baldwin e gli altri produttori del film western che si stava girando nel deserto del New Mexico quando si è verificata la disgrazia, “non hanno eseguito i controlli di sicurezza normali per il settore e hanno omesso di seguire le regole di sicurezza di base con le armi, mentre utilizzavano pistole vere nella produzione del film, con conseguenze fatali”. “Halyna Hutchins meritava di vivere”, ha dichiarato il legale dei parenti, “gli imputati avevano il potere di impedirne la morte se solo avessero ritenuto sacrosanto il loro dovere di proteggere la sicurezza di ogni individuo su un set in cui erano presenti armi da fuoco invece di prendere scorciatoie sulle procedure di sicurezza in cui erano in gioco vite umane, affrettandosi a rispettare i tempi e ignorando numerose denunce di violazioni della sicurezza”.

I legali della famiglia Hutchins hanno svolto proprie indagini sull’accaduto e, in relazione a quanto sostengono di aver appurato, hanno dichiarato che Baldwin aveva rifiutato di seguire un corso di addestramento sull’uso in sicurezza delle armi di tipo western, che lo staff aveva riscontrato problemi importanti sotto il profilo della sicurezza e che molti di loro avevano abbandonato l’impiego prima che si verificasse l’incidente. Risulta, peraltro, da e-mail e messaggi scambiati dallo staff, che già prima dell’incidente mortale si fosse verificata l’esplosione accidentale di colpi non a salve.

La causa intentata dalla famiglia Hutchins è l’ultima in ordine di tempo rispetto a quelle già intentate dal supervisore della sceneggiatura e dal capo dei cameraman, che si trovavano accanto alla vittima quando fu esploso il colpo fatale, per il trauma subito. A sua volta il maestro d’armi del film, la giovane Hannah Gutierrez Reed, ha citato in giudizio il fornitore delle munizioni, sostenendo che abbia creato una condizione pericolosa includendo cartucce cariche in una confezione che si supponeva dovesse includere solo esemplari inerti. Insomma, è un “tutti contro tutti” che probabilmente terrà occupati i tribunali per alcuni anni.