Caso Pozzolo: l’apoteosi delle cose da non fare

La vicenda che ha visto protagonista, nella notte di Capodanno, il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, non è ancora perfettamente definita nei dettagli ma, a prescindere da come sia effettivamente andata, evidenzia una somma di leggerezze che appaiono incredibili per un legale possessore di armi di normale buon senso e che, per fortuna (è quantomai opportuno sottolinearlo, vista la canea di polemiche opportunistiche scatenate dalla politica subito dopo, che ben sappiamo dove vanno a parare) risultano completamente aliene alla stragrande maggioranza dei legali possessori di armi. Ci sembra opportuno, quindi, esaminare nel dettaglio la vicenda per quanto al momento sia noto, al fine di ribadire quelli che dovrebbero essere concetti basilari ma che, invece, a quanto pare non lo sono per tutti.

Secondo quanto si apprende, il deputato Pozzolo è possessore di un porto d’armi per difesa personale, ha partecipato a una festa nel corso della quale avrebbe esibito la propria arma (un micro-revolver North american arms Lr22 calibro .22 lr). Non è chiaro, a quel punto, se dall’arma sia partito accidentalmente un colpo mentre era nelle mani del deputato o se ciò sia accaduto mentre era nelle mani di un altro partecipante alla festa, sta di fatto che il proiettile ha colpito uno dei presenti, ferendolo fortunatamente in modo non grave. A quanto si apprende in queste ore, l’autorità di pubblica sicurezza localmente competente starebbe disponendo il divieto di detenzione delle armi e il sequestro cautelativo delle armi di proprietà dello stesso Pozzolo.

Occorre essere molto chiari: indipendentemente da come siano andate le cose nello specifico, già dai pochi elementi al momento pubblici, emergono una serie di leggerezze a dir poco incredibili, che un legale possessore di armi non solo non può permettersi di fare, ma anche che un legale possessore di armi munito di “normale” buon senso non si sognerebbe di fare mai.

Primo: se si è tra i pochi privilegiati, oggi come oggi, ai quali l’autorità di pubblica sicurezza concede il porto d’armi per difesa personale, ciò implica una responsabilità aggiuntiva sull’arma di proprietà personale, che non viene tenuta H24 chiusa in una cassaforte, bensì viene portata addosso. Quindi, occorre esercitare una vigilanza ulteriore su di essa, proprio per evitare che persone impedite nel maneggio possano impossessarsene agevolmente (come indicato peraltro dall’articolo 20bis della legge 110/75). Quindi, è decisamente inammissibile che un soggetto titolare di un porto d’armi per difesa personale “esibisca” ai quattro venti la propria pistola, atteso il fatto che, proprio per i motivi sopra esposti, la cosa più sensata da fare per chi abbia con sé un’arma è quella di tenere un profilo più basso possibile, evitando che terze persone possano anche accidentalmente venire a conoscenza del fatto che si ha l’arma addosso. Se l’arma deve essere sfoderata, è perché sussiste un pericolo immediato per l’incolumità personale del possessore. In tutti gli altri casi, non è ammissibile.

Secondo: men che meno un legale detentore di armi può permettersi di far toccare la propria arma, ancorché scarica (e questa sicuramente non lo era) a terze persone, ancorché genericamente possano millantare una competenza in materia di armi (magari risalente al servizio militare…). Le armi non sono tutte uguali, sono profondamente differenti nel sistema di funzionamento e nei sistemi di sicurezza. Ma soprattutto nessuna manipolazione può/deve essere fatta su un’arma (o peggio, fatta fare a terzi) che non sia stata precedentemente scaricata di persona dal possessore.

Tutto ciò premesso, se Pozzolo ha sbagliato è giusto e doveroso che paghi, sotto il profilo penale e amministrativo. Ad altri competerà l’accertamento delle specifiche responsabilità. Non accettiamo, tuttavia, nel modo più assoluto che responsabilità individuali sfocino, al solito, nella criminalizzazione di una intera categoria (che invece, numeri e statistiche alla mano, dimostra buon senso, avvedutezza, temperanza e prudenza), per mere esigenze di becera contrapposizione politica.