Caso Baldwin: petizione contro l’uso di armi vere nel cinema

È già nota con il nome di “Halyna’s law”, dal nome della direttrice della fotografia Halyna Hutchins (in foto) uccisa per errore da Alec Baldwin sul set del film “Rust”, la petizione che attori, registi, personaggi dello spettacolo e operatori di Hollywood stanno firmando in queste ore, allo scopo di bandire l’uso di armi vere nella realizzazione dei film per il cinema e la televisione. In pochi giorni, la petizione ha raccolto oltre 40 mila firme e i promotori chiedono anche che Alec Baldwin utilizzi la propria influenza per contribuire al suo successo (l’attore per il momento ha rifiutato di commentare). A ciò si è associata una dichiarazione rilasciata da un senatore Dem della California, Dave Cortese, il quale si è impegnato a presentare un disegno di legge sempre volto a impedire l’impiego di armi vere nella realizzazione di film e spettacoli, nel territorio dello Stato.

Per la verità, alcune delle dichiarazioni rilasciate in queste ore da alcuni registi sembrano lasciar intendere che la messa al bando non debba riguardare solo le armi vere (intendendo con ciò le armi in alcun modo modificate, come quelle evidentemente utilizzate da Alec Baldwin sul set di Rust), ma anche quelle modificate per sparare solo munizioni a salve, cioè le cosiddette “armi sceniche” o “prop guns”. L’idea proposta da alcuni sarebbe quella di utilizzare solo repliche Soft air e aggiungere, poi, i vari effetti (principalmente le fiammate di volata) in post-produzione con la computer grafica. Tra questi, per esempio, il regista Craig Zobel che ha twittato: “non c’è ragione per avere armi caricate a salve o con qualsiasi altra cosa sul set, oggi come oggi. Dovrebbero essere messe completamente fuori legge. Oggi ci sono i computer. Gli spari che si vedono nei miei film Mare o Easttown sono tutti digitali. Probabilmente si vede anche, ma chi se ne importa? È un rischio inutile”.

 

Il solito ritornello?

È del tutto comprensibile che gli operatori dell’industria cinematografica tengano alla loro incolumità, quindi di certo non ci sentiamo di stigmatizzare la petizione, ci mancherebbe. Non si può, comunque, fare a meno di notare come anche in questo caso la logica degli anti-armi (che allignano in buon numero tra il Jet set di Hollywood) ripeta ancora una volta il proprio ritornello: appare ormai di tutta evidenza che l’incidente mortale occorso sul set di Rust sia stato determinato da negligenze gravissime da parte dei soggetti preposti alla gestione delle armi sceniche (tra le ultime rivelazioni, quella secondo la quale anche l’assistente di scena che materialmente ha porto l’arma a Baldwin era stato licenziato da precedenti produzioni proprio per gravi negligenze sul set con armi da fuoco). Quindi, ancora una volta, sono le persone ad avere ucciso, e non le armi. Allo stesso modo, è capitato in questi anni che si verificassero incidenti mortali sul set che abbiano coinvolto automobili, elicotteri e altri strumenti che sono pressoché indispensabili per la realizzazione dei film d’azione, senza che alcuno si sia mobilitato per la loro messa al bando. La motivazione è semplice: non tutto è, nonostante i potenti mezzi di Hollywood, realizzabile digitalmente in modo efficace, se si vuole ottenere il necessario realismo, che è poi alla base di quella “fabbrica dei sogni” che ha posto Hollywood al vertice mondiale della cinematografia ed è ciò per cui il pubblico paga il prezzo del biglietto, consentendo a determinate realizzazioni di realizzare fatturati multimilionari. L’uso delle armi sceniche non fa differenza rispetto agli esempi citati: ancora oggi e nonostante la più avanzata computer grafica, non è così facile simulare in modo realistico il funzionamento di un’arma da fuoco… senza fuoco, ovvero senza neanche l’impiego di munizioni a salve, a favore di sole Soft air scarrellanti. Parliamo, in particolare, dell’espulsione dei bossoli e dei movimenti cinematici propri dell’arma semiautomatica o automatica, seppur caricata a salve. Ciò potrà comportare innanzi tutto una ancor maggiore penalizzazione delle produzioni a basso budget rispetto ai Kolossal, ma anche a una radicale trasformazione dei Kolossal medesimi, a spese del pubblico fruitore (e pagante). Si vedrà…