Canada, dietro-front sulla registrazione delle carabine

Il Canada torna sui propri passi: il governo conservatore ha, infatti, dato il via all’iter legislativo per la cancellazione della legge sulle armi approvata nel 1995, che impone la registrazione non solo delle armi corte (già effettuata da lungo tempo nel Paese), ma anche delle armi lunghe

 

Il Canada torna sui propri passi: il governo conservatore ha, infatti, dato il via all’iter legislativo per la cancellazione della legge sulle armi approvata nel 1995, che impone la registrazione non solo delle armi corte (già effettuata da lungo tempo nel Paese), ma anche delle armi lunghe. Il provvedimento fu chiesto a gran voce dopo che un pazzo uccise 14 studenti con una carabina semiautomatica al politecnico di Montreal, nel 1989, ma fin dalla sua approvazione fu chiaro che non avrebbe mai raggiunto gli scopi per cui era stato previsto, cioè una maggior sicurezza sociale. Infatti, l’associazione dei contribuenti canadesi stimò che per registrare tutte le armi lunghe che si suppone circolino nel Paese (tra i 7 e i 21 milioni di esemplari), il governo ci avrebbe impiegato tra i 77 e oltre i 200 anni. Oggi, dopo aver speso oltre 2 miliardi di dollari in questa operazione, i canadesi si sono arresi all’evidenza che la mera registrazione delle armi non ha alcuna capacità di impedire stragi come quella di Montreal, mentre d’altro canto appare evidente che la stragrande maggioranza dei reati in Canada viene compiuta con armi corte. Oltre a fermare le operazioni di registrazioni delle carabine, i dati già acquisiti saranno distrutti.