Campagna Cpa: Io ho scelto la vita

Questa è una campagna pubblicitaria che farà discutere. Lo ammette anche Alessandro Fiumani, presidente nazionale della Cpa Sports, associazione venatoria Caccia pesca e ambiente, alla presentazione in anteprima nazionale della campagna in difesa della caccia. Manifesti che accostano da una parte cacciatori che all’alba si apprestano ad andare nei boschi a praticare la loro passione, e dall’altra un giovane intento a drogarsi; da una parte un cacciatore che ha dei fio… Questa è una campagna pubblicitaria che farà discutere. Lo ammette anche Alessandro Fiumani, presidente nazionale della Cpa Sports, associazione venatoria Caccia pesca e ambiente, alla presentazione in anteprima nazionale della campagna in difesa della caccia. Manifesti che accostano da una parte cacciatori che all’alba si apprestano ad andare nei boschi a praticare la loro passione, e dall’altra un giovane intento a drogarsi; da una parte un cacciatore che ha dei fiori nella canna del fucile, dall’altra un bosco dato alle fiamme; dal una parte un cacciatore che spara, dall’altra un’automobile distrutta dopo una delle tante stragi del sabato sera. E un messaggio forte dei cacciatori: “Io ho scelto la vita”. «Potrebbe suonare strano», ammette Alessandro Fiumani, «che chi esercita la pratica venatoria stia qui a dire che ha scelto la vita. In realtà non lo è perché il mondo della caccia si basa su principi e valori saldi in un periodo in cui i giovani mettono davanti a tutto lo sballo e la trasgressione. Anche noi cacciatori all’alba proviamo le nostre emozioni forti, ma nelle campagne, e non mettendoci in macchina ubriachi all’ uscita dalla discoteca». La campagna nazionale partita ieri da Pesaro, come hanno spiegato gli ideatori, è rivolta all’opinione pubblica che spesso riceve informazioni distorte e manipolate in merito alla caccia. «Sembra sempre che noi cacciatori», ha spiegato Fiumani, «siamo colpevoli di tutto quanto di grave succede in giro. Ci hanno persino addossato colpe che non abbiamo per le recenti morti provocate dai cani randagi, come se i responsabili fossero i nostri cani da caccia». Una campagna pubblicitaria fatta di manifesti che hanno l’intento di far capire alla gente che chi va in cerca della selvaggina lo fa per passione e perché ama l’ambiente. «Abbiamo scelto di far parlare le immagini», ha aggiunto Fabrizio Aromatico dell’agenzia di comunicazione Diametro che ha curato i lavori, «C’è chi alla stessa ora ha deciso di praticare la propria passione e chi di distruggersi la vita». «Il consumo di droga è uno problema che sta aumentando in maniera esponenziale in questi anni, le stragi del sabato sera distruggono centinaia di famiglie, mentre gli incendi dolosi, ora che si sta andando verso la stagione estiva, sono un’enorme ferita per i boschi».