Bufera sulla Raggi per i botti di capodanno

Come riferito dal Repubblica.it, la decisione della sindaca di Roma Virginia Raggi di vietare, dal 29 dicembre al 1° gennaio, qualsiasi genere di “botti di capodanno” nel territorio capitolino ha suscitato un vero e proprio vespaio. Già pronti ricorso al Tar e richiesta di danni

Come riferito dal Repubblica.it, la decisione della sindaca di Roma Virginia Raggi di vietare, dal 29 dicembre al 1° gennaio, qualsiasi genere di “botti di capodanno” nel territorio capitolino ha suscitato un vero e proprio vespaio.

I rappresentanti dell’Anisp (Associazione nazionale imprese spettacoli pirotecnici) hanno preannunciato ricorso al Tar che sarà presentato domani. Se, come credono gli imprenditori in rivolta, l’ordinanza 145 della sindaca sarà riconosciuta illegittima, i romani potranno acquistare tutti i fuochi d’artificio con certificazione della comunità europea.

“Siamo pronti a chiedere anche un risarcimento per i danni che abbiamo subito — spiega Luca Proietta, membro del consiglio direttivo dell’Anisp — perché l’atto della prima cittadina ha bloccato un mercato che viaggia tra i 2 e i 3 milioni di euro. Vendiamo solo fuochi e petardi stracontrollati. Nelle ultime ore, tanti rivenditori ci hanno chiamato per capire come restituire la merce. Ci dicono che i clienti non comprano a causa del divieto del Comune. Sono stati messi al bando prodotti che hanno superato il vaglio di commissioni composte anche da ambientalisti e animalisti. Così si favorisce la vendita di vere bombe sulle bancarelle abusive”. “La sindaca — riassume un altro commerciante, Emiliano Volpetti — ha fomentato il mercato illegale con quell’atto, che peraltro non ha alcun valore. C’è già una normativa europea che disciplina la libera circolazione e il commercio di fuochi d’artificio per i maggiorenni”.


L’ordinanza, peraltro, sempre secondo quanto riportato da Repubblica.it, non è stata neanche inoltrata alla prefettura prima di essere pubblicate nell’albo pretorio del Campidoglio. Pur trattando di “incolumità pubblica e sicurezza urbana”, le due pagine siglate da Virginia Raggi il 22 dicembre non sono state mai inviate a Palazzo Valentini. Così la massima carica in materia di gestione dell’ordine pubblico non ha potuto esprimere nessun parere su un atto particolarmente restrittivo. Un divieto che non sembra neanche tenere conto dell’elenco dei petardi, vietati e non, inviato dalla prefettura al Comune.