Beretta non sente la crisi

Il gruppo Beretta affronta la crisi con numeri entusiasmanti: l’assemblea degli azionisti ieri ha approvato i conti 2011 che evidenziano un risultato netto di oltre 31 milioni di euro (27 milioni nel 2010)

 

Il gruppo Beretta affronta la crisi con numeri entusiasmanti: l'assemblea degli azionisti ieri ha approvato i conti 2011 che evidenziano un risultato netto di oltre 31 milioni di euro (27 milioni nel 2010) dopo aver stanziato 23,8 milioni per accantonamenti e ammortamenti e 21,8 milioni per far fronte al pagamento delle imposte.

Il flusso di cassa generato dalla società valtrumplina presieduta da Ugo Gussalli Beretta ammonta così a 76,8 milioni di euro contro i 63,7 milioni dell'esercizio precedente. E se a questa somma aggiungiamo i 15,7 milioni di euro investiti dal board per migliorare la produttività dei propri stabilimenti e i 12 milioni spesi in ricerca e sviluppo, risulta difficile non concedere la lode ai conti della Beretta.

Il fatturato netto consolidato del gruppo è di 481,8 milioni di euro, con una crescita di oltre 30 milioni rispetto al 2010. «Al conseguimento di questo risultato – spiega una nota della società di Gardone – hanno principalmente contribuito le vendite al settore civile e sportivo; il settore difesa e ordine pubblico conferma invece al 18% circa la propria incidenza sul giro d'affari complessivo». Segnali altrettanto positivi arrivano anche dai prodotti collegati all'ambito delle armi da fuoco (non firearm) che rappresentano un quinto del fatturato realizzato dalla Beretta. «Si segnala a tal proposito la progressione della divisione "ottiche" – continua la società – che supera i 51 milioni di euro grazie al buon andamento dei prodotti Steiner e Burris, beneficiando, tra l'altro, dell'ampliamento dell'offerta di modelli che integrano elementi ottici ed elettronici». Non si deve inoltre tralasciare il fatto che la Beretta sta portando a termine in questi giorni una nuova acquisizione finalizzata all'ulteriore potenziamento di questa divisione.

L'export si conferma la maggiore fonte di reddito del gruppo armiero bresciano. I mercati esteri continuano infatti a produrre il 90% del fatturato (432 milioni su un totale di 481 milioni) e oltre il 45% delle vendite realizzate dalla Beretta sono riconducibili al mercato nordamericano. «A pari cambio – chiariscono – la crescita realizzata in Usa è stata del 12% grazie alla significativa ripresa delle vendite civili, che sono risultatee stabili nel Vecchio continente, con notevoli difficoltà in tutti i Paesi dell'area meridionale, Italia compresa».

Buona parte (circa un terzo) della crescita dei ricavi riportata dalla Beretta è stata realizzata al di fuori del territorio americano ed europeo «ed è stata particolarmente vigorosa in ambito civile e sportivo (+19%)a conferma della validità ed efficacia degli investimenti operati dal gruppo bresciano per sviluppare aree, quali Russia e Australia, fino a pochi anni fa decisamente marginali rispetto a quelle più tradizionali».

Da non sottovalutare inoltre gli introiti procurati dalle vendite dirette al consumatore finale grazie all'espansione del giro d'affari di Beretta realizzato attraverso internet in Usa e che si aggiunge al contributo garantito dai negozi con l'esclusiva Beretta.

A proposito di investimenti, nel 2011 la società di Gardone ha speso 15,7 milioni (due terzi dei quali destinati in Italia) per il potenziamento dei suoi siti produttivi. E nello stesso arco di tempo sono stati destinati 12 milioni di euro alla ricerca e allo sviluppo di nuovi prodotti.

«Per ciò che concerne le previsioni per l'esercizio in corso – chiudono dalla Beretta – nel settore civile e sportivo le prospettive commerciali in Europa sono inevitabilmente improntate a forte preoccupazione e incertezza. Nei Paesi del resto del mondo e soprattutto in Usa, il primo scorcio del 2012 registra invece segnali di consolidamento della ripresa evidenziatasi nello scorso esercizio».