Attivisti pro-armi infuriati

Dopo i recenti attantati al London bridge, gli attivisti britannici favorevoli al possesso di armi da parte dei cittadini sono partiti all’attacco, chiedendo a gran voce una revisione in senso meno proibizionista della normativa sulle armi da fuoco Dopo i recenti attantati al London bridge, gli attivisti britannici favorevoli al possesso di armi da parte dei cittadini sono partiti all’attacco, chiedendo a gran voce una revisione in senso meno proibizionista della normativa sulle armi da fuoco. Come è noto, la Gran Bretagna è uno dei Paesi più proibizionisti d’Europa in fatto di armi, visto che non consente il possesso (tra le altre cose) di qualsiasi tipo di pistola o revolver né prevede alcuna autorizzazione al porto dell’arma per difesa personale.
Dave Ewing, rappresentante di Firearms-Uk, in relazione agli attentati ha affermato: “queste tragedie hanno avuto il risultato di far aprire gli occhi su quanto inefficaci siano le nostre leggi”. Altri gruppi pro-armi, come Arm UK Citizens, England wants its guns back, Legalise guns in the Uk, sono intervenuti sui Social media per far udire la propria voce, accusando in particolare il governo di lasciare i propri cittadini esposti al rischio dell’incolumità personale, grazie a queste restrizioni.
Per contro, come segnalato su Facebook da Firearms-Uk dopo l’attentato al London bridge, i politici hanno accesso a una scorta armata 24 ore su 24, mentre continuano a perpetuare la bugia secondo la quale “le armi non sono utili per la difesa personale”.
La legislazione britannica si è inasprita nel 1996, sotto il governo Blair, dopo una strage in una scuola nella quale 15 bambini e l’insegnante sono stati uccisi.
I gruppi pro-armi chiedono la riforma della normativa sulle armi, consentendo l’impiego di armi per difesa personale, senza per questo che il governo debba rinunciare al massimo controllo sui possessori di armi, sia per quanto riguarda i requisiti psicofisici, sia per quanto riguarda l’eventuale obbligo di addestramento all’uso delle armi.
In relazione alle procedure di risposta alle emergenze terroristiche diffuse in questi mesi in Gran Bretagna (run, hide, tell, cioè correre, nascondersi e riferire), Firearms-Uk ha commentato amaramente: “questo è indicativo di quanto le nostre autorità si preoccupino per noi: non si tratta di scappare da un gruppo di bulli della scuola, non tutti sono capaci di correre o nascondersi, e potrebbero non avere il tempo di riferire”.