Armi e Tiro di luglio

Estate, tempo di ombrelloni e di vacanze, ma con Armi e Tiro è sempre tempo di novità: la copertina, infatti, è dedicata alla prova in esclusiva della nuovissima pistola back-up polimerica Beretta Nano calibro 9×21, ma all’interno troverete anche la presentazione dell’altrettanto nuovissimo fucile calibro 12 Beretta 1301 Comp

Estate, tempo di ombrelloni e di vacanze, ma con Armi e Tiro è sempre tempo di novità: la copertina, infatti, è dedicata alla prova in esclusiva della nuovissima pistola back-up polimerica Beretta Nano calibro 9×21, ma all'interno troverete anche la presentazione dell'altrettanto nuovissimo fucile calibro 12 Beretta 1301 Comp, realizzato specificamente per il Tiro dinamico con la collaborazione di Roberto Vezzoli. È dedicato al Tiro dinamico anche l'Ar15 di Adc, il modello Operator calibro .223 Remington, che abbiamo testato per voi sul campo. Sono invece dedicate ai cacciatori la classicissima Rössler titan 6 Luxus stutzen calibro 8×57 Js e la tecnologica, ma soprattutto economica Ruger American rifle calibro .30-06. Per chi si rivolge invece alle armi corte, da un lato c'è una 3 pollici davvero chic, la Kimber Ultra Cdp II calibro .45 acp, dall'altra una "specie nuova", cioé la Tanfoglio Ft 9 Full size calibro 9 corto con caricatore da 18 colpi. Si torna a bomba con la canna liscia, con il Benelli Vinci Slug calibro 12, dedicato ai cinghialai, e con la sfida tra i sovrapposti Beretta Sv10  Perennia I e 686 Silver pigeon I calibro 12. Armi senza compromessi e professionalità assolute al 9° Col Moschin: siamo andati a vedere come si addestrano e cosa usano gli sniper di questo leggendario reparto speciale dell'esercito italiano. E poi la ricarica del .22 hornet, il confronto delle rosate del calibro 12 al variare della lunghezza della camera, lo sport e le ultime novità sul dopo-catalogo. Non potete perdere Armi e Tiro di luglio!

 Intoccabili

Povera “casta”. Ce l’hanno tutti con lei. Troppo facile accodarsi al coro dei “disfattisti” antipolitica, anti Monti, anti euro, anti Merkel, anti Germania. Però la questione della casta è intimamente legata al Paese. La si incontra ovunque e, soprattutto, se ne riconoscono gli effetti negativi. Avete presente le nostre passioni? La “casta” fa danni dappertutto e sempre. Poi ha un brutto difetto: non riconosce gli errori e tende a essere autoreferenziale (ho imparato bene, eh?!). Anzi, pretende di esserlo. A partire dall’ufficio armi del commissariato di zona (tranne rari casi), per finire con la divisione armi del ministero dell’Interno (e forse lo stesso ministro?).

È di questi giorni un decreto-legge recante “misure urgenti per garantire la sicurezza dei cittadini” che riscrive il nostro futuro di appassionati: tocca al Banco nazionale di prova verificare la qualità di arma comune da sparo, “compresa quella destinata all’uso sportivo” e pubblicare, “in forma telematica, la scheda tecnica che contiene le caratteristiche dell’esemplare d’arma riconosciuto e il relativo codice identificativo”. Quando sussistano dubbi “può chiedere un parere non vincolante alla Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi”. Insomma, il catalogo è morto, viva il catalogo… In forma leggermente differente. Si cambia tutto per non cambiare niente. Tipico. No, adesso non pensiate che non sia mai contento. Lo devo fare per unirmi ai sentimenti “anti qualcosa” degli italiani, di questi tempi. D’altra parte certi funzionari e certi dirigenti sembrano intoccabili. Non gli si fa entrare in testa un’ipotesi differente dalla loro (che magari è più rispondente alla legge…). Nel pubblico come nel privato, però.

E allora invece sì povere “armi comuni da sparo somiglianti a un’arma da fuoco automatica, ovvero armi demilitarizzate”. Ce l’hanno ”tutti” con loro. Lo stesso decreto interviene sulla legge 85/86: tali armi sono sportive. Punto e basta. Tutto questo “al fine di potenziare l’azione di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo e rafforzare l’attività di prevenzione delle condotte illecite connesse all’uso delle armi”. Mah! Tanto da dire in proposito (e all’interno trovate il pensiero della rivista).

Intoccabili. Ci sono tanti casi, purtroppo: quando l’istituzione si allontana dal cittadino o, peggio, lo giudica, diventa impossibile ogni forma di dialogo, di collaborazione. Succede così anche nei comitati di gestione degli Atc, come nei consigli delle associazioni venatorie. Nelle strutture territoriali delle nostre associazioni del tiro, come ai più alti livelli dei consigli federali. Forse succede anche in certe associazioni di categoria. Il dialogo non c’è mai. O non c’è più. Evviva.