Armi e Tiro di aprile

È il salone di Norimberga, Iwa, il grande protagonista di Armi e Tiro di aprile: 32 pagine piene zeppe di novità su fucili, carabine, pistole, law enforcement, munizioni, abbigliamento, ottiche e accessori. L’approfondimento legale si occupa, invece, delle famose “non armi”: scacciacani, repliche, Soft air e così via, necessitano del tappo rosso? E se sì, quando?

È il salone di Norimberga, Iwa, il grande protagonista di Armi e Tiro di aprile: 32 pagine piene zeppe di novità su fucili, carabine, pistole, law enforcement, munizioni, abbigliamento, ottiche e accessori. L'approfondimento legale si occupa, invece, delle famose "non armi": scacciacani, repliche, Soft air e così via, necessitano del tappo rosso? E se sì, quando? Angelo Vicari, invece, prendendo spunto dallo "stupidario giuridico" del mese scorso, getta uno sguardo sull'operato delle forze dell'ordine e degli uffici amministrativi: se siamo combinati in questo modo, non è solo colpa dei giudici…

Tra le prove, in anteprima la nuova "little Goverment" di Browning, la 1911-22: con le dimensioni ridotte all'85 per cento rispetto all'originale, è davvero una bella bambina! È destinata, invece, al Tiro action la Sig Sauer P226 Short & smart calibro 9×21. Per gli appassionati di canna rigata, la Marlin Xs7 Vh hb calibro .308, una varmint per il tiro di precisione davvero economica, e l'Heckler & Koch Sl8 calibro .223 Remington "carrozzato" con astine multirail di B&T. Per i cacciatori di penna e gli appassionati di Tiro a volo, abbiamo invece provato il Franchi Affinity calibro 12 e il Beretta A400 Action calibro 12. Alta potenza nel settore delle aria compressa, abbiamo testato la Bsa R-10 calibro 5,5 mm fino a 90 metri. E poi la misteriosa Jo.Lo.Ar calibro .45 acp, la rivoluzionaria gamma Zeiss Victory Ht, le munizioni da caccia Barnes calibro .30-06 e molto altro ancora. Correte in edicola!

Ma non c'è niente da ridere…

 

Le cronache qualche volta offrono contrasti talmente stridenti che mi sorprendo come non balzino agli occhi di tutti. Luciana Litizzetto fa il suo mestiere e lo fa bene, tanto da rendere imperdibile il suo appuntamento al termine di una trasmissione spesso poco più interessante delle previsioni del tempo. In una delle sue recenti performance la cabarettista piemontese, però, ha detto di avere scoperto che l’Italia è la prima produttrice in Europa di armi civili, che però la pistola non è un genere di prima necessità, dunque ha consigliato al presidente del consiglio: “Se non sei un rapinatore che te ne fai di una pistola? Fai sesso travestito da Tex Willer? Siccome non si può impedire di comprare una pistola perché è legale, mettiamo una tassa sui pistola che si comprano la pistola”. Applausi naturalmente… Ma non fa ridere per niente. Purtroppo è anzi tragicamente vero che sono proprio i rapinatori che hanno le armi e le usano. Come è accaduto a Ramazzano, in provincia di Perugia, all’inizio del mese, quindi appena pochi giorni prima della performance della Litizzetto. Luca Rosi ha cercato di impedire che i rapinatori entrati nella casa di famiglia si portassero via la sua fidanzata. Temeva volessero stuprarla. E loro, i rapinatori, gli hanno sparato alla coscia, poi freddato con un colpo al cuore.

“C’è più riguardo per i delinquenti che per le vittime”, ha scritto Vittorio Feltri. “Ipotizziamo che Luca Rosi fosse stato armato e avesse premuto il grilletto, prima di essere steso, e ammazzato i delinquenti. Oggi i mezzi di comunicazione non sarebbero qui a celebrare un eroe morto per amore della ragazza in pericolo, ma ci racconterebbero che egli è finito sotto inchiesta, rischia l’arresto e una pesante condanna, perché nel nostro Paese solo eccezionalmente (cioè mai) viene ammessa dalla legge, e dai giudici, la legittima difesa”. E conclude: “Per non avere grane, c’è un solo modo: farsi uccidere e così sia. Ladri e farabutti vari, in Italia godono di un trattamento giudiziario di maggiore riguardo rispetto alle loro vittime”. Ecco, solo in questo potrebbe sembrare vero il paradosso della Litizzetto: che te ne fai della pistola se non puoi difenderti?

Già, però e per fortuna non è sempre così. Emblematico il caso di Pierangelo Conzano, il gioielliere di Torino che il 10 agosto scorso sparò a un rapinatore uccidendolo. Pochi giorni fa è stato assolto dal gup del capoluogo piemontese dall’accusa di omicidio colposo con eccesso di legittima difesa. Il pm aveva chiesto una condanna a un anno e due mesi di reclusione. Francesco Procopio, di 35 anni, era entrato nella gioielleria con una pistola giocattolo per mettere a segno una rapina. Fu raggiunto da un solo colpo e morì per dissanguamento. Il complice, che rimase intrappolato all’interno della gioielleria fino all’arrivo dei carabinieri, è stato condannato per rapina, in un altro procedimento, a una pena di un anno e mezzo di reclusione.

Conta più questa, di notizia, o l’infelice “battuta” della Litizzetto in questo Paese che non approfondisce nulla e si fa prendere dalle ondate emotive e dalla disinformazione? Sapete come la penso. Ma adesso sappiamo anche come la pensa un direttore ben più importante di me che è Feltri e tanti altri, in cuor loro.