Armi bandite dai set, parla Ridley Scott:”state scherzando”?

La petizione per bandire le armi vere (caricate a salve) dai set di Hollywood raccoglie consensi e molti registi di film d’azione preferiscono non commentare. Non così il leggendario Ridley Scott, ma anche i maestri d'armi non ci stanno

L’industria cinematografica palesa il proprio sostegno alla petizione per la messa al bando delle armi vere (seppur caricate a salve) dai set di Hollywood, a favore dell’uso di repliche Soft air o ad aria compressa da “arricchire” poi di effetti digitali in post produzione. Una rappresentanza di cineasti ha firmato una lettera aperta che chiede ai legislatori e ai produttori di bandire immediatamente le armi vere dall’uso nel cinema. Il noto attore Dwayne “the rock” Johnson ha già annunciato che non userà armi vere per i film che saranno realizzati dalla sua casa di produzione, la Seven bucks productions.

Altri registi di famose produzioni di film d’azione, come Michael Bay, Justin Lin (Fast n’furious), Chad Stahelski (John Wick) e Matthew Vaughn (Kingsman) hanno preferito non dare indicazione alcuna su cosa intendano fare per il futuro. Più esplicito invece è stato il regista Ridley Scott (artefice, tra gli altri, del leggendario Blackhawk down) che, interpellato sulla possibilità di bandire le armi vere dal set, ha replicato: “state scherzando?”. A  commento di quanto accaduto sul set del film di Alec Baldwin, ha inoltre aggiunto: “non devono esserci munizioni vere neanche nelle vicinanze di un set. Se si gioca al tiro al bersaglio nelle pause pranzo, qualcuno deve essere licenziato”.

Anche i maestri d’armi del cinema hanno firmato una loro lettera aperta, nella quale hanno ribadito come la postproduzione digitale più raffinata possibile, non sia sufficiente a conferire il necessario realismo alle scene (realismo per il quale in effetti viene pagato il biglietto dagli spettatori…). Nella lettera si fa anche riferimento al fatto che, dal 1984 a oggi, le morti collegate all’uso di armi sul set sono state 3, a fronte delle 23 causate da crolli di costruzioni per esigenze di copione, 30 relative a incidenti aeronautici e 23 a carico di stuntman in scene d’azione generali. “Le armi”, si legge nella lettera, hanno una diffusione ubiquitaria nell’industria cinematografica da oltre 100 anni, fin dalla sua nascita e la perdita umana sul set di Rust è stata il risultato di incompetenza e dell’uso inadeguato di professionalità che servono proprio alla verifica dei protocolli di sicurezza dell’industria cinematografica”.

“Un incidente stradale a un incrocio”, hanno osservato i firmatari, “non richiede l’eliminazione dei veicoli, bensì il rispetto del codice della strada, l’educazione e l’implementazione delle regole tra tutti i partecipanti”.