Arci caccia e Federparchi “insieme per salvare le aree protette”

Il presidente nazionale Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, ha inviato a Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi, una lettera in cui dice: “I parchi rappresentano uno straordinario patrimonio del nostro Paese. Siamo al fianco di coloro che sono impegnati a valorizzare questa risorsa e a promuovere qualificate politiche di conservazione, coinvolgendo direttamente le comunità locali

Il presidente nazionale Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, ha inviato a Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi, una lettera in cui dice: “I parchi rappresentano uno straordinario patrimonio del nostro Paese. Siamo al fianco di coloro che sono impegnati a valorizzare questa risorsa e a promuovere qualificate politiche di conservazione, coinvolgendo direttamente le comunità locali e promuovendo la qualità della vita dei residenti”. Veneziano ha anche evidenziato il problema dei danni prodotti dall’eccesso di alcune specie faunistiche nei Parchi: “Istanze e tensioni si sono registrate in alcune Regioni. Una gestione faunistica corretta e scientificamente supportata può anch’essa contribuire ad affrontare la difficile situazione economica degli Enti Parco. Per quanto nelle nostre possibilità ci mettiamo a disposizione per favorire quelle relazioni con gli Ambiti Venatori ed i Comprensori Alpini al fine di poter realizzare interventi gestionali utili e tecnicamente corretti”.

La risposta di Sammuri è di apertura: “La collaborazione con il mondo venatorio e con le sue espressioni organizzate è certamente un bene per i Parchi. Partendo dall’assunto che entro le aree protette non si esercita la caccia, è possibile e utile considerare ogni altra azione e tutti gli interventi (compresi gli abbattimenti selettivi) funzionali al raggiungimento degli obiettivi della loro gestione. Così come è auspicabile che questi stessi obiettivi, contemperati con la pratica venatoria, possano portare ad azioni concordate fuori delle aree protette e in particolare nelle aree contigue. C’è tanto spazio e tanta necessità di collaborazione per realizzare una pratica venatoria sempre più consapevole, per favorire il raggiungimento di un equilibrio faunistico maggiormente vicino a quello naturale, per contribuire alla preservazione di specie animali rare e a rischio, per contenere le conseguenze negative – a cominciare dai danni alle attività agricole – di presenze eccessive e invasive”.