“Anche gli armieri devono tornare protagonisti”

L’Associazione nazionale del comparto distributivo lavora da settimane, anche con le istituzioni, per favorire la ripartenza delle attività degli esercizi di minuta vendita. Oggi pubblica il Vademecum di sicurezza per la riapertura delle armerie

Assoarmieri, in rappresentanza degli armieri italiani, è impegnata da settimane nel rafforzare il dialogo con le istituzioni affinché gli esercizi di minuta vendita possano riaprire, con l’avvio della fase 2, unitamente alla ripartenza di tutte le attività all’aria aperta, che comprendono le discipline di tiro e quelle preparatorie all’attività venatoria. L’emergenza sanitaria legata al coronavirus, al pari di quello che sta avvenendo in altri settori, sta segnando profondamente il tessuto sociale economico e produttivo che ruota intorno a diversi sistemi economici, incluso quello della caccia e del tiro sportivo, nonché delle attività commerciali a essi collegati.

Assoarmieri, insieme ad Anpam, ha prontamente evidenziato negli scorsi giorni al ministero dello Sviluppo economico la necessità di includere le armerie tra le attività funzionali alle attività industriali del settore che possano riaprire con la fase 2, per consentire la ripresa degli allenamenti degli atleti professionisti delle varie federazioni di tiro. Per essere vicina a tutti gli armieri in questa fase propedeutica alla ripartenza del settore, Assoarmieri ha redatto un Vademecum di sicurezza, al fine di accompagnare la riapertura in sicurezza delle armerie: si tratta di un breve documento che raccoglie le principali misure igienico sanitarie e di distanziamento, nonché alcune indicazioni pratiche per orientare gli esercenti ad organizzare le procedure di accesso e uscita dei clienti, attraverso un percorso in sicurezza.

“Il Vademecum rappresenta una linea guida generale di indirizzo in base alla normativa a oggi esistente e, ovviamente, non può considerarsi esaustivo di tutte le misure di sicurezza da implementare nelle armerie per contrastare la diffusione del covid-19”, ha scritto l’associazione in un comunicato. “Ulteriori misure di prevenzione potranno essere adottate dagli armieri in base alle specifiche ordinanze regionali di disciplina della materia, che sono in via di emanazione. Pertanto, tutte le informazioni contenute nel documento verranno costantemente aggiornate, nei limiti del possibile, in base alle future normative sulla materia e comunicate a tutte le armerie. Sul territorio italiano sono presenti oltre 1.200 punti vendita specializzati nella caccia e tiro sportivo e fanno parte di un settore che rappresenta un’eccellenza assoluta sul territorio nazionale e internazionale, con oltre 7 miliardi di valore diretto e indiretto, 2.334 imprese e 87 mila occupati e che, pertanto, svolge un ruolo centrale per la ripresa economica del Paese”.

“Come armieri, siamo pronti ad affrontare questa sfida, a ripartire con convinzione seguendo tutte le precauzioni del caso”, ha concluso l’associazione, “con il grande senso di responsabilità che già caratterizza questo settore e le persone che ne fanno parte”.