All’Arena di pace, è tempo di demagogia

Il 25 aprile si è svolta all’arena di Verona la manifestazione “Arena di pace”, giornata dedicata alla pace alla quale hanno aderito sia singoli cittadini, sia organizzazioni e fondazioni culturali. Evento e intenti nobilissimi, s’intende, ma non si può non osservare che gli interventi dei personaggi pubblici che hanno partecipato, sembravano improntati a un mix di ingenuità e ipocrisia

 

Il 25 aprile si è svolta all’arena di Verona la manifestazione “Arena di pace”, giornata dedicata alla pace alla quale hanno aderito sia singoli cittadini, sia organizzazioni e fondazioni culturali. Evento e intenti nobilissimi, s’intende, ma non si può non osservare che gli interventi dei personaggi pubblici che hanno partecipato, sembravano improntati a un mix di ingenuità e ipocrisia, molto “concettuali” ma poco concreti. Insomma, più che altro slogan d’effetto. Come quello del sindaco di Messina, Renato Accorinti, che ha rilanciato l'appello di Pertini: «Si svuotino gli arsenali, si riempiano i granai», oppure quello di monsignor Luigi Bettazzi: «Sono venuto per ascoltare, perché anche alla mia età si impara, ad esempio che la riconversione industriale delle fabbriche di armi è possibile, come dopo la guerra quando al posto di carri armati si costruirono autocarri». Ovviamente tutte le opinioni sono lecite e rispettabili, ci permettiamo però di osservare che, finché esisterà un esercito e questo esercito sarà incardinato in una struttura di cooperazione militare quale può essere la Nato, oppure uno dei tanti mandati Onu per la risoluzione di crisi in Paesi “caldi”, questo esercito (forse) dovrà essere munito di armi. Allora, prima di parlare di “riconversione”, forse bisognerà mettere in discussione il tessuto stesso dei rapporti tra gli Stati. Buona fortuna…