Acv chiama i cacciatori alla rivolta

L’Associazione cacciatori veneti ha deciso di scatenare la rivolta dei cacciatori, dopo le numerose vicissitudini accadute in Veneto: dalle denunce penali per la costruzione degli appostamenti a uso venatorio, alla guerra infinita sulle deroghe e sui calendari venatori

L’Associazione cacciatori veneti ha deciso di scatenare la rivolta dei cacciatori, dopo le numerose vicissitudini accadute in Veneto: dalle denunce penali per la costruzione degli appostamenti a uso venatorio, alla guerra infinita sulle deroghe e sui calendari venatori. Per questo, secondo quanto riferito dalla presidente Maria Cristina Caretta, l’associazione “ha deciso di invitare alla mobilitazione generale i cacciatori e tutti gli altri portatori della Cultura rurale. Convocato d'urgenza il Consiglio regionale dell'Associazione per definire i particolari di quella che si prefigura come una imponente mobilitazione generale, l'Associazione ha deciso di muoversi su tre direttrici: rivolta fiscale, attivando una " class action" per richiedere la restituzione delle tasse di concessione regionale ingiustamente intascate dalla Regione con la promessa di consentire l'esercizio venatorio in base a un calendario venatorio regionale che invece è stato successivamente falcidiato da parte del Tar; rivolta popolare, chiamando alla mobilitazione generale tutti i cacciatori del Veneto fino alla messa in atto di azioni eclatanti di protesta le cui dimensioni non sono per ora circoscrivibili; rivolta politica, constatato che l'attuale classe politica regionale ha distrutto in meno di tre anni tutto quanto di positivo era stato costruito negli ultimi quindici anni. Quindi richiesta di dimissioni dell'attuale assessore regionale alla caccia e una incisiva azione di protesta nei confronti di tutte le forze politiche presenti in Regione, invitandole al rispetto degli impegni assunti con gli elettori, in mancanza del quale potranno essere previste eclatanti azioni volte a togliere il consenso elettorale a chi si dimostrasse non meritevole della fiducia ricevuta. L'esasperazione a cui sono stati portati i cacciatori del Veneto ha raggiunto livelli talmente elevati da non potersi escludere alcuna iniziativa se ritenuta necessaria a richiamare le forze politiche al rispetto delle categorie economiche e sociali così duramente e ingiustamente penalizzate dalla superficialità e dalla manifesta incompetenza di alcuni amministratori regionali. Constatato il progressivo venir meno della credibilità dell'attuale classe politica e del modo inaccettabile con il quale la stessa privilegia le ragioni della demagogia e dell'integralismo animal-ambientalista, i cacciatori del Veneto e molti altri portatori della cultura rurale, sono pronti a dare vita a un movimento politico autonomo per unire le forze di tutti i portatori della cultura rurale. Un movimento pronto a eleggere a tutti i livelli istituzionali propri rappresentanti ai quali affidare il compito di difendere in modo adeguato i diritti e le tradizioni di tutti i cacciatori e di tutti i portatori della Cultura rurale”