Acquisti a San Marino, vige il silenzio-assenso

Il 4 agosto, il ministero dell’Interno italiano e il dipartimento affari esteri della Repubblica di San Marino hanno siglato un’intesa per disciplinare l’acquisto di armi nella Repubblica del Titano. Come è noto, infatti, dopo anni in cui gli appassionati d’armi nostrani potevano acquistare a San Marino come in una qualsiasi armeria italiana

 

Il 4 agosto, il ministero dell’Interno italiano e il dipartimento affari esteri della Repubblica di San Marino hanno siglato un’intesa per disciplinare l’acquisto di armi nella Repubblica del Titano. Come è noto, infatti, dopo anni in cui gli appassionati d’armi nostrani potevano acquistare a San Marino come in una qualsiasi armeria italiana, il ministero dell’Interno italiano ha obbligato di punto in bianco a considerare San Marino come uno Stato estero a tutti gli effetti, obbligando i potenziali acquirenti di armi a richiedere la licenza di importazione. L’intesa siglata tra i due organi amministrativi sana, ma solo in parte, questa situazione: cacciatori e tiratori italiani potranno infatti nuovamente acquistare armi a San Marino con il porto d’armi italiano, ma prima di procedere al ritiro dell’arma dovranno richiedere un nulla osta alla gendarmeria di San Marino. La gendarmeria, a sua volta, informerà le autorità italiane e, trascorsi otto giorni senza riscontri da parte di queste ultime, l’acquisto sarà autorizzato (a meno che non vi siano altri motivi ostativi). Da quanto esposto risulta evidente che l’acquisto di un’arma a San Marino richiederà almeno due visite in armeria da parte degli appassionati: nella prima, dopo aver scelto l’arma preferita, si attiverà la procedura di nulla osta alla gendarmeria (l’armiere farà da tramite, ma occorre la firma del potenziale acquirente); nella seconda, ricevuto il nulla osta della gendarmeria, si potrà procedere al ritiro.

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