Non è così!

Difesa Italia controreplica all'europarlamentare Lara Comi, evidenziando le ragioni del malcontento del popolo degli appassionati Riceviamo da Difesa Italia e pubblichiamo la controreplica all’europarlamentare Lara Comi.


Riscontriamo la Sua replica alla nostra lettera aperta, cercando di risponderLe in termini più netti e ancora più chiari di quanto, probabilmente, siamo riusciti a fare qualche giorno addietro.
Il tenore delle Sue argomentazioni si basa sostanzialmente su un presunto ma indimostrato (e, soprattutto indimostrabile) accordo delle principali associazioni di tiratori/collezionisti/cacciatori/produttori europei con l’ultima versione della revisione della "Direttiva Armi" approvata dal Parlamento Europeo: non è così!
È invece vero che alcune di tali associazioni – ma solo alcune – hanno dichiarato di convenire sull’opportunità di approvarne – fermo restando un profondo dissenso, rispetto ai suoi contenuti ed alle sue nuove previsioni – la versione derivata dal lungo iter negoziale e dal trilogo, nel timore che una riapertura dell’iter stesso potesse configurare il ritorno alla versione iniziale proposta dalla Commissione, assolutamente restrittiva e nettamente orientata ad inibire l’accesso legale alle armi civili/sportive ai cittadini europei.
Nello specifico, questa non era la posizione di Difesa Italia e tantomeno di molti gruppi FB ad essa collegati.
Potrà rilevare quanto Le scriviamo, navigando sui siti e sulle pagine FB delle associazioni che Lei stessa ha citato, verificandone i comunicati, singoli o congiunti, diffusi all’indomani della votazione della nuova Direttiva.
La quale, per inciso, introduce (eccome!) molte nuove ed inutili limitazioni, prima tra tutte la dilatazione della classe A (ad esempio…).
I nuovi criteri di bancatura imposti ai produttori, poi, introducono effetti dirompenti sui processi produttivi, sui flussi logistici correlati, sui tempi e su tutti i costi connessi: su questo aspetto, comunque, meglio di noi potranno renderla edotta le associazioni di riferimento.
Potremmo continuare con gli esempi, ma non è questa la sede.
Ancora, Lei avanza l’ipotesi che il dissenso ed il profondo rammarico (si, su questo ha ragione, è davvero profondo) dei cittadini europei legali detentori di armi civili/sportive – italiani soprattutto – origini prevalentemente da una malintesa interpretazione delle previsioni della nuova "Direttiva Armi": non è così!
Le assicuro che, nelle totalità o quasi associazioni da Lei citate ed in particolare in Difesa Italia, è stata condotta un’accurata esegesi del testo della "Direttiva Armi", in tutte le sue versioni successive all’originaria proposta della Commissione ed altresì sul testo finale approvato.
Parimenti, è stata condotta un’attenta analisi delle complesse implicazioni, normative e pratiche, che il recepimento della Direttiva produrrà nei prossimi mesi sull’impianto normativo nazionale: si prospettano scenari inquietanti e, soprattutto, forieri di inutili ed ingiuste complicazioni e restrizioni agli spazi di libertà dei cittadini italiani legali detentori. La categoria di cittadini che meno di ogni altra dovrebbe rappresentare una fonte di preoccupazione per lo Stato, stante la costante ed efficace supervisione cui è assoggettata.
Peraltro, consultando le diverse riviste di settore, cartacee ed on-line, troverà numerosi articoli, pubblicati negli ultimi due mesi, che in modo chiaro ed esaustivo illustrano egregiamente i problemi introdotti dalla nuova Direttiva.
Il buonsenso, l’attenta consultazione della cronaca quotidiana e l’opinione di autorevoli analisti militari e di funzionari delle Forze dell’Ordine, con i quali intratteniamo relazioni e rapporti di collaborazione, ci lasciano irremovibilmente convinti che la nuova "Direttiva Armi" inciderà in modo risibile o nullo sui flussi e sui canali che alimentano il mercato delle armi da guerra e/o clandestine utilizzate dal terrorismo internazionale e dalla criminalità organizzata.
Il video recentemente realizzato dal Suo collega On.le Maullu, al cui impegno e sensibilità tributiamo tutti i nostri ringraziamenti, centra perfettamente la questione: Le chiederei di prenderne visione, è facilmente consultabile navigando su internet.
Parimenti, l’atteggiamento dell’attuale Governo in tema di accesso dei cittadini certificati dalle stesse Istituzioni alle armi legali e sulla revisione dell’istituto della legittima difesa ci offende e ci irrita poiché, a nostro avviso , rappresenta l’ennesima dimostrazione di una concezione del rapporto tra Stato e cittadini totalmente asimmetrico e sbilanciato, assolutamente impermeabile alle istanze della società civile e pressoché incurante dei problemi e delle preoccupazioni che ogni giorno contribuiscono al deterioramento del cosiddetto ‘patto sociale’.
Una distanza siderale, che la maggioranza dei cittadini italiani percepisce attraverso problemi attuali e concreti e che, già da anni, contesta alle posizioni ed ai comportamenti della Commissione e di ogni istituzione europea non elettiva.
La mia personale previsione è che un’ondata di sdegno e dissenso travolgerà, mediante i meccanismi democratici, entrambi i soggetti, in tempi e modalità diverse ovviamente.
I recenti risultati elettorali sono un’inequivocabile risposta della società italiana agli atteggiamenti di cui sopra.
Nella Sua replica si dice vicina ed interessata alla tutela degli interessi del comparto industriale e commerciale delle armi civili/sportive ed alla tutela dei diritti dei cittadini interessati e legalmente autorizzati alla loro detenzione ed utilizzo: bene!
Ne prendiamo atto e Le chiediamo di indicarci come ritiene di potere fornire un contributo, rispetto alle questioni che si aprono con l’esigenza del recepimento della nuova Direttiva Armi Europea nell’ordinamento nazionale. Siamo disponibili ed interessati ad impostare ogni iniziativa utile a prevenire e contenere inutili ed ingiuste restrizioni dell’attuale normativa nazionale, che, pur nella sua articolata stratificazione, si è dimostrata dal 1975 e dimostra ogni giorno di essere eccellente e di non avere bisogno di alcun correttivo liberticida.
Intanto, Difesa Italia è già impegnata da mesi (e lo sarà in misura crescente nel prossimo futuro) nel sensibilizzare i cittadini italiani sulle posizioni assunte dalle diverse forze politiche italiane sui temi qui in argomento, fornendo specifiche indicazioni sull’orientamento di voto da esprimere. Ci sembra il modo più concreto di incidere sulla questione.
Anche perché, è nostro convincimento, la posizione dei partiti sul diritto dei cittadini incensurati ed in possesso dei requisiti di legge a detenere armi civili/sportive sia fortemente indicativo della più ampia prospettiva con cui concepiscono il tema della tutela delle libertà civili ed il rapporto con il cittadino-elettore, titolare di diritti e non solo lavoratore e contribuente da sacrificare per salvare banche fallite per malagestione.
Un paese realmente libero e democratico non ha alcun motivo per temere i propri cittadini, soprattutto quelli che le sue stesse istituzioni certificano come cittadini affidabili!
Nella nostra associazione collaborano professionisti, imprenditori, avvocati, medici ufficiali del Forze Armate, giornalisti: dedichiamo una quota significativa del nostro tempo per questa battaglia civile.
Ci auguriamo quindi un Suo riscontro propositivo, che accetteremo con piacere. In alternativa, Le confermiamo di non essere in alcun modo interessati a proseguire un’inutile polemica: preferiamo impegnarci sul nostro programma di lavoro.